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  1. Meno politica politicante, più impresa (e geografia)

    Se vogliamo far risorgere l’Italia dobbiamo fare largo alle imprese. L'imprenditore ha il multipolarismo nel sangue; per lui il multipolarismo è la regola: i miei soldi li investo dove mi conviene, faccio accordi con chi mi pare e piace senza guardare il pedigree razziale, religioso o ideologico. Insomma, non ho la mistica mendace dei diritti umani: mi curo esclusivamente del profitto e osservo solo il rendimento dei titoli. L'uomo d’azienda è un tipo sveglio e pragmatico che visitando...
  2. Il polpettone delle stragi

    Sono passate poche ore dal 43esimo anniversario della strage di Bologna.
    Vorrei invitarvi a fare alcune riflessioni. Da troppi anni si accavallano teoremi iperpoliticizzati volti a chiarire l’origine di quel tragico evento, uno dei tanti che funestarono la Prima Repubblica.
    Gli autori furono i Nar o i comunisti palestinesi? Non ve lo so dire; per me il nocciolo della questione è un altro. Scaricare la colpa sulle ideologie rosse e nere (eterna riproposizione del conflitto tra guelfi e...
  3. La meglio gioventù. Un film tossico?

    ATTENZIONE: SPOILER!

    La storia inizia nei favolosi anni sessanta. È la storia di due fratelli, Nicola e Matteo Carati, studenti di medicina, figli di una maestra milanese e di un ingegnoso commerciante romano. Roma e Milano, la capitale culturale e amministrativa e quella produttiva e morale. Le esperienze dei due sintetizzano programmaticamente quelle di milioni di sessantottini, “la generazione che ha sognato di cambiare il mondo”, come recita il trailer del film. Salta...
  4. La tragedia del complottismo e dell’anticomplottismo

    Amleto, in una certo senso, è la tragedia del complottismo. Il principe danese è l’antesignano degli apoti, sa che il re suo padre è stato avvelenato da zio Claudio e che il resto della corte continua a ignorare, per viltà o insipienza, la cospirazione e il conseguente regicidio. Se i ciambellani trasudano viltà, il popolino sguazza nel giulebbe e pensa di vivere nel migliore dei mondi possibili, nel regno dell’ufficialità, dove la notte non scende mai a turbare l’insonnia che...
  5. Per noi marxisti europei, l'affermazione cinese è come il Marocco in finale per un palestinese o un cugino di Peschici che vince la lotteria: qualcosa che non avremmo sperato, in cui non abbiamo avuto alcun ruolo, fatto da qualcuno di lontano, ma che rientra in "consoliamoci con l'aglietto".
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  6. Questa storia del "non sono di sinistra, perché sono comunista", contiene errori concettuali.

    Ripetiamo sempre che Cina, Corea del Nord, Cuba, Venezuela e altri (spesso manco lontanamente marxisti) hanno diritto alla loro idea di socialismo e/o democrazia, perché ogni rivoluzione e costrutto sociopolitico va calato nel suo contesto storico.

    In Europa Occidentale, le esperienza che abbiamo avuto sono la Comune di Parigi e la Repubblica Spagnola.
    Dentro c'erano: repubblicani, cattolici di...
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    V
    Vittorio Del Nero
    Secondo me l'errore nel quale cadono molti è di dare una bandiera a Marx che non fece politica ma si limitò ad una visione sociologica della società, denunciando lo sfruttamento, delle cui origini lui diede un'interpretazione. Tutto qui.
    B
    Baldassarre Marolda
    Il marxismo è il cristianesimo che ha perso la pazienza
    G
    Gabriele Germani
    Carina :)
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