cervello

Una delle specificità di Homo Sapiens (di più specie del genere Homo) è quella di aver creato una società tecnologica.
Per questa non basta un cervello abbastanza complesso da immaginare e organizzare strumenti, ma serve anche la capacità di comunicare e trasmettere conoscenze.

Ciò che rese i nostri antenati temibili per gli altri animali non fu la forza, ma la capacità di collaborare, fare piani e usare strumenti. Un Homo Sapiens non ha nessuna possibilità di opporsi fisicamente a una...

La creazione della verità condivisa è uno degli strumenti principali di una comunità. Si crea una rete di significati che permette alle persone di collaborare e di credere che lavoro-sacrifici abbiano senso in una prospettiva maggiore.
Questa è una caratteristica della nostra specie, trasversale ad ogni gruppo umano.
Sentiamo spesso contrapporre il termine "setta" a quello di "religione" o di altri tipi di organizzazioni comunitarie "esercito", "stato", "partito", "tifo organizzato", ecc...

Uno dei paradigmi della paleoantropologia è quello di "rivoluzione cognitiva". Secondo questa tesi in un periodo approssimativo (molto) di 50.000 - 40.000 anni fa, l'Homo Sapiens mostrò segni di cambiamento cognitivo, simbolico. Inutile dirlo, si da per scontato che questa rivoluzione sarebbe avvenuta in Europa, il continente delle rivoluzioni per eccellenza (almeno fino ad ora) e soprattutto il più scavato e quello su cui abbiamo fondato la nostra idea di "preistoria".
Intanto il paradigma...

L'empatia come base per la costruzione della società (o almeno una delle basi).
Il bambino nasce già predisposto (qualcuno in termini ben poco romantici direbbe "programmato") per l'Altro, per essere accudito, curato e per introiettare quel modello nella formazione della proprio individualità. Evolutivamente abbiamo guadagnato tanto: un cervello grande, vascolarizzato, con una architettura neurale fitta (non che l'intelligenza o la coscienza fossero i fini dell'evoluzione, ma sono stati un...

Le indagini sul passato preistorico (termine molto vago e che onestamente non amo) retrodatano comportamenti complessi a periodi sempre più vecchi.
Di recente, si è ormai formulata l'ipotesi che Homo Naledi seppellisse i propri morti in delle caverne (o almeno questo è il comportamento notato nel contesto sudafricano).
La cosa di suo ha un duplice impatto:
1- Spostare di circa 100.000 anni indietro questo comportamento complesso (che cosa implicava? Religione? Credenza nell'anima...