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Una delle specificità di Homo Sapiens (di più specie del genere Homo) è quella di aver creato una società tecnologica.
Per questa non basta un cervello abbastanza complesso da immaginare e organizzare strumenti, ma serve anche la capacità di comunicare e trasmettere conoscenze.

Ciò che rese i nostri antenati temibili per gli altri animali non fu la forza, ma la capacità di collaborare, fare piani e usare strumenti. Un Homo Sapiens non ha nessuna possibilità di opporsi fisicamente a una tigre o a un leone, ma sappiamo che la storia è andata diversamente.
I membri del genere Homo vivevano in gruppo, costruivano rifugi solidi o adattavano ambienti naturali (caverne), presto impararono a usare utensili in legno e pietra e addomesticarono il fuoco. Il nostro sistema dentario e digerente ci rende duttili nell'alimentazione. Possiamo nutrirci di insetti, carcasse, ortaggi, frutti o funghi.
Un ruolo importante fu giocato al riguardo dal linguaggio con la possibilità di organizzare strategie di caccia o di comunicare la posizione di un buon cespuglio di lamponi o di una sorgente di acqua fresca e pulita.
Sono noti gli studi che attribuiscono al gossip parte dello sviluppo della mente e del linguaggio come strumento di potere e relazione. Dobbiamo immaginare i nostri antenati in piccoli gruppi con una frequentazione intensa per tutta la vita: stabilire dinamiche di potere e alleanza attraverso il gossip e i segreti era fondamentale.

Il linguaggio liberò un mondo nuovo, la possibilità di pianificare cose astratte, che non avvenivano in quel preciso momento e di strutturare in un mondo fantasmatico le dinamiche sociali (religioni, gerarchi, leggi, ecc).
Queste dinamiche resero la nostra specie in grado di addomesticare piante e animali, di organizzare Stati, di fondare Imperi e religioni, di ingaggiare una guerra tra noi e verso i microbi e tanti altri animali (i lupi che fino all'età moderna scendevano nei paesini d'Europa furono lentamente cacciati fino a rischiare l'estinzione).

Ieri era la giornata mondiale del polpo, un animale sorprendente con un'organizzazione del sistema nervoso complessa e completamente diversa dalla nostra. Ogni braccio agisce autonomo, ma in perfetta coordinazione con gli altri.
Cosa ha impedito a questi animali di creare una società tecnologica? La domanda è un sciocca, perché sembra finalizzare ogni forma di vita verso un modello tecno-antropocentrico (non è scontato che le nostre soluzioni siano universali).
Restando nel gioco, sembra che la vita solitaria non abbia favorito questo sviluppo nei polpi. Sono animali solitari e che quindi difficilmente avrebbero potuto sviluppare un linguaggio articolato adatto a dinamiche relazionali o a idee astratte.

Ancora una volta la natura smentisce la vulgata neoliberista e capitalista. L'idea anglosassone dell'uomo solitario e in competizione con gli altri viene smentita dalla nostra evoluzione: l'uomo è animale comunitario e dialogante, abile nel costruire strategie, relazioni e dinamiche sociali complesse.
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