Rivedi un film come questo dopo tanto tempo, e ti rendi conto dei passi indietro che questo pianeta ha compiuto anche nella grammatica del cinema.
Il cinema di un tempo era fatto di sangue, sudore e lacrime. Per questo si può rivederlo con piacere decine di volte e scoprire ogni volta nuovi dettagli nelle inquadrature, nelle performance degli attori, nella fotografia e nei dialoghi tra i protagonisti.
La sofferenza/psicosi di Bogart è anche la sofferenza di John Huston e di tutti i membri del cast alle prese con la difficile lavorazione e le location della pellicola. Nel suo sguardo febbrile c'è la medesima ansia di noi spettatori catturati da questa eterna storia di coraggio, tensione e avidità.

P.S.- Titoli come questo sono "pericolosi". Ci ricordano un altro mondo e modo di fare le cose. Difficilmente lo troverete su Netflix.

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Giuseppe Cozzolino
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