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Una delle prime guerre che gli USA combatterono appena diventati indipendenti ci riguarda da vicino e descrive in potenza quello che sarebbero diventati: una potenza globale sui mari e sul commercio.
Nel 1784, un gruppo di diplomatici statunitensi a Londra si accordò col bey di Tripoli per il pagamento di un milione di dollari annui, in cambio gli Stati barbareschi (Algeri, Tunisi e Tripoli, formalmente parte dell'Impero Ottomano, in realtà largamente autonomi) avrebbero garantito la protezione delle navi mercantili USA nel Mediterraneo (fino ad allora garantita dalla flotta britannica, essendo precedentemente gli USA una colonia inglese).
I corsari non andavano tanto per il sottile: rubavano tutto il possibile. I governatori di queste cittadine mediterranee dovevano in questo modo garantire la propria autonomia dal potere centrale ottomano; il quale non versava più alcuna somma alle aree periferiche nord africane. I saccheggi e la vendita di schiavi era la formula che queste città avevano trovato per sopravvivere al declino del Mediterraneo nel mondo moderno.
L'impatto che la cattura di schiavi europei ebbe sulla demografia e l'economia locale lungo i secoli che vanno dal '600 ai primi decenni dell'800, non fu marginale (le stime parlano di un numero compreso tra il milione e il milione e mezzo di catturati e ridotti in schiavitù).
L'impatto fu chiaramente più visibile sulla sponda nord del Mediterraneo e nel pagamento da parte degli stati europei (Regno Unito, Paesi Bassi e Francia) di cifre onerose per garantire la sicurezza dei propri vascelli, ma non mancarono colpi più a Nord. I corsari barbareschi salpavano e riducevano in schiavitù l'intera popolazione di interi villaggi anche sulle coste nord europee, fino in Irlanda e in Islanda, anche in epoca tarda.
Questo aspetto è molto interessante, perché descrive bene come gli stati europei si stessero concentrando su un nuovo modello di organizzazione sociale e produttiva, mentre gli stati di area islamica-mediterranea rimassero ancorati a un modello schiavistico. Senza forzare la mano in inutili storicismi, il corso degli eventi ci dice che alla fine, il modello organizzativo industriale prevalse su quello schiavistico e le città nordafricane caddero una a una in mano alle potenze coloniali europee.
Gli USA si impegnarono per primi in questa lotta (quasi a segnare i nuovi tempi e il futuro che sarebbe venuto), combattendo dal 1801 al 1805 e imponendo (non dopo molti sacrifici e sconfitte) la resa agli stati barbareschi.
La guerra riprese tra il 1812 e il 1815, quando gli stati barbareschi approfittando delle distrazioni nordamericane degli USA (all'epoca in guerra con il Regno Unito: 1812 - 1814), catturarono e fecero prigionieri dei marinai statunitensi nel Mediterraneo. Questa volta lo scontro volse relativamente presto a vantaggio nordamericano, gli USA ebbero un risarcimento per il sequestro e la libertà di navigazione.
Questo fu l'avvio del principio della porta aperta (diventato poi famoso per Cina e Giappone), ovvero se una nazione coloniale otteneva un privilegio le altre per non essere in svantaggio dovevano ottenere lo stesso privilegio, così l'anno successivo Regno Unito e Paesi Bassi bombardarono Algeri e ottennero diritti analoghi (con in più l'impegno a sospendere la cattura di schiavi europei); Algeri diventava una colonia francese nel 1830, la Tunisia nel 1880 (gli italiani non digerirono la cosa, rimasta nota come "lo schiaffo di Tunisi"), la Tripolitana fu tardivamente conquistata dagli italiani nel 1911-1912, anche se l'interno fu conquistato solo dopo efferati massacri e la creazione di speciali campi di concentramento per i locali.
Gli USA, garantito il loro privilegio di navigazione, non si impelagarono ulteriormente nel Mediterraneo e nelle dispute locali, anzi tentarono un certo isolamento (scarsamente considerato nelle Americhe).
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