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La questione ChatGTP e la reazione sui social mi ha stimolato alcune riflessioni (non è un esame morale, non trasformiamola in una caccia alle streghe o al cyborg):

1- Al di fuori della bolla di chi utilizza social o ha motivi pratici (pubblicitari, informatici, studenti), la maggior parte della popolazione (il mondo reale) non sa nemmeno di cosa stiamo parlando.

2- Abbiamo utilizzato ChatGPT (io per primo) con un approccio immaturo -> chiedereste al frullatore una scusa per incontrare l'amante? Chiedereste al robot aspirapolvere se salverebbe una città o un coniglietto?

ChatGPT è una macchina, va trattata come tale. Non è un confessore, un amante, uno psicologo, un amico del cuore, un vicino di casa o un'intelligenza aliena che distruggerà l'umanità: è un frullatore con capacità oratorie, tutto qua.

A ChatGPT non dobbiamo fare domande sarcastiche o demenziali (anche qui, io in testa), non è Data di Star Trek, non ha gambe o braccia o tentacoli, non ha nemmeno volontà, non ha sensibilità o sistema etico (al massimo ha dei paletti dati dai programmatori e dalla società privata che lo mette a disposizione).
Starne a parlare come un pericolo sociale, come se la sua esistenza stabilisse un definitivo rincoglionimento della popolazione, non è poi molto diverso da quelli che a fine '800 pensavano che il treno avrebbe diffuso il socialismo (sappiamo che non è andata così).
Emilio l'amico robot è destinato a rimanere tale nelle nostre fantasie infantili almeno per un decennio (previsione molto ottimistica sulle nostre future capacità tecniche).

Quindi a cosa serve?
Chiedetegli cosa è un computer quantistico, la composizione chimica dell'atmosfera di Venere o di spiegarvi blockchain.
La cosa deludente di ChatGPT non è che non possieda ironia o morale (cosa per cui non è programmata, come una lavatrice), quanto che non abbia una vera conoscenza degli argomenti che tratta, talvolta contraddittoria.

ChatGPT dovrebbe spiegarvi come poter costruire un modellino di una Ferrari passo passo in casa vostra, in modo dettagliato, non dirvi "servono competenze, tempo e pazienza"; dovrebbe essere una via di mezzo tra Google, Wikipedia e i tutorial di Youtube con un algoritmo capace di sostenere la sua tesi (oggi se le dite che sbaglia dirà automaticamente che avete ragione).

Qui si arriva al punto 3, il più importante: il linguaggio.
Ciò che rende ChatGPT così spaventoso, quell'oscuro oggetto del desiderio (tra il terrore e il desiderio, purché se ne parli), è la capacità di parlare.
Dietro il robot si scorge inconsciamente la società senza lavoro, dell'abbondanza, il tempo libero e liberato, "sous les pavés la plage!" e diventa motivo di terrore e desiderio insieme, il totalmente Altro, proiezione tecnologica della fine della Storia.
La società della macchine al servizio dei miliardari che rendono la massa inutile o la società delle macchine che permettono a tutti la liberazione, quella vera. Marcuse andava oltre e diceva (in "Eros e Civiltà", credo) che anche questa società sarebbe stata infelice, perché fondata sullo sfruttamento; E. Bloch direbbe che questa è un'utopia dentro di noi, ma non realizzata.

Negli animali la cosa che ci colpisce di più è la capacità di replicare il linguaggio umano (pensate ai pappagalli), così ci colpisce nella macchina.
La presenza di linguaggio scatena in noi qualcosa di profondo, sarebbe interessante vedere come reagiscono in neuroni specchio o le aree del cervello preposte a emozioni e comunicazione durante una conversazione con ChatGPT.

In finale, questa reazione irrazionale tra il serio e il faceto, dimostra ancora una volta che nella nostra auto-percezione ciò che ci rende diversi è il linguaggio.
Scommetto che tutti voi (automobilisti) avete almeno una volta parlato con la vocina automatica del casello autostradale.
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