Se i guerrafondai sono dei cialtroni irrecuperabili, i putiniani sono degli incorreggibili illusi del tutto incapaci di formulare analisi lucide. "La Russia non è il mio nemico" è uno slogan, non un'analisi attendibile della situazione internazionale.
Male. Perché il nemico non è tanto Trump quanto gli Stati Uniti d'America e la loro classe dirigente, repubblicana e democratica. Atlantismo è un termine che va espunto dal vocabolario politico degli italiani. Invece la leprotta bionda, di ritorno dalla tournée mediorientale - dove ha incontrato i finanziatori dell'integralismo islamico e del terrorismo -, continua a fare da eco all'uomo arancione.
Non è un'amara riflessione bensì una dichiarazione di intenti. Gli anglorabbini ci vogliono morti. E, come sempre, ci schiacceranno usando la Russia come un'incudine. L'unica possibilità di salvezza - piaccia o no agli scettici e ai sinofobi, non me ne fotte niente - sta nell'aprire alla Cina. Prima però occorre eliminare la trasversalissima quinta colonna nemica che da almeno vent'anni sfascia l'economia e calpesta la cultura dei popoli europei.
In fondo, cosa avrebbe detto di eclatante Pasolini – riabilitato krusciovianamente da quella destra che in vita lo schernì, perseguitò e tentò finanche di ammazzarlo – per meritare la nomea di più importante intellettuale italiano del Novecento? Che il Potere è zootecnia sadica e perversa e peggiora la gente, la conforma a sé. Che la piccola borghesia italiana, a differenza della grande borghesia con la quale lui si strusciava gioiosamente, è mostruosa. Che i padri fanno schifo...
Le uniche emergenze sono il rischio di una guerra sul nostro continente e le morti sul lavoro. Il femminicidio, reato fantasioso cavalcato da Laura Boldrini e dal suo clone destrorso Giulia Bongiorno, è una questione marginale gonfiata ad arte.
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