Il fatto che molti si siano ritrovati IT-Alert sul cellulare, ha dato la stura all'ennesimo elenco di lamentazioni dovute alla "gente che non si ribella mai", allo "stato che ci controlla tutti". In realtà, è abbastanza ridicolo scandalizzarsi per una cosa di questo tipo lamentandosene sui social network, dai quali ogni giorno vengono inviate informazioni di ogni tipo su di noi a tutti i poteri di un paese straniero. Come è abbastanza ridicolo stupirsi della deriva politicamente corretta della cosiddetta Destra e rendersi conto che la Meloni governa su indicazione di Draghi. Ormai da dodici anni TUTTI i paesi europei governano su indicazioni di poteri sovranazionali e quei pochi che provano ad opporsi, subiscono ritorsioni di ogni tipo. Ma soprattutto, manca alle forze rivoluzionarie la comprensione di un aspetto importante, ossia la necessità del conflitto per liberarsi dell'oppressore: ossia il vero cortocircuito su cui si schianta la credibilità di ogni forma di dissenso. Che prima accresce i propri numeri su slogan tonitruanti e poi si imborghesisce nel tentativo di inserirsi nelle istituzioni.
L'errore storico più comune, infatti, è l'attribuzione di un carattere di pace, tolleranza, moderatezza, assenza di marzialità, ad istituzioni e concetti come la democrazia e la libertà che in realtà non hanno mai avuto. La storia di entrambe si fonda sul sangue, per l'ovvia ragione che spesso, per poter ottenersi, devono essere sottratte forzosamente a sistemi di potere autoritari. La Rivoluzione Francese era e non poteva non essere un evento violento, la Resistenza era e non poteva non essere un evento violento, il Risorgimento era e non poteva non essere un evento violento. Ogni cambiamento storico si realizza solo quando qualcuno o gruppi che hanno le stesse idee di quel Qualcuno, hanno la forza - se necessario (e spesso lo è) anche versando sangue - di imporsi su un sistema costituito. Ma non si può descrivere questo concetto se prima non si cerca di mostrare cosa sia uno Stato.

Depurato da ogni considerazione sociologica, politologica o filosofica, lo Stato non è altro che il gruppo armato più forte di un determinato territorio. Condizione necessaria perché senza essere il gruppo più forte non può imporsi come dominante, e sufficiente perché, se è più forte degli altri gruppi, può far valere la propria forza su tutti, attraverso la legge che è la volontà del gruppo dominante. Ma questo è anche il limite, perché nel momento in cui il cittadino decide che esistono ragioni superiori che giustifichino la sua ribellione verso lo Stato, di fatto il cittadino esce dal potere delle istituzioni. E se è vero che lo Stato può ridurre all'obbedienza un cittadino, se necessario anche uccidendolo, è altrettanto vero che quando i cittadini disobbedienti diventano troppi, inevitabilmente lo Stato deve combattere un numero di conflitti talmente elevato che alla lunga lo farebbe collassare.
La comprensione di questo aspetto è di fondamentale importanza, soprattutto se ci chiediamo per esempio come mai, durante il green pass, ma anche di fronte alla minaccia ormai prossima di nuovi balzelli sulla casa, non si sia formato un gruppo di persone disposto seriamente a combattere lo stato, soprattutto se consideriamo come per molto meno, in passato, le classi dirigenti italiane sono state sotto attacco fino addirittura a subire l'uccisione del leader del più importante partito del paese. E tuttavia, gli anni Settanta furono il periodo in cui si fecero i passi più in avanti in termini di diritti individuali, perché fondamentalmente chi era ai vertici della cosa pubblica, dopo alcuni morti eccellenti tra le proprie fila, capì che se non avesse concesso qualcosa alla cittadinanza, avrebbe letteralmente rischiato di collassare.
Abbiamo così chiaro un punto. La democrazia e la libertà esistono fintanto che c'è un potere che teme il popolo. Se è il popolo a temere il potere, il risultato inevitabile è che il potere ogni giorno inventerà qualcosa per spaventare i cittadini e dunque avremo più emergenze, più tasse, meno diritti, meno denari e dunque meno libertà e meno democrazia.
E a tal proposito mi tocca raccontare un aneddoto - che in realtà credo di aver già raccontato in altre circostanze - di quando da ragazzino vivevo in un paese della Valtiberina.

Era accaduto che un gruppo di camorristi inviati al confino in quel paese avessero iniziato a taglieggiare i negozianti del posto, col risultato che in breve si iniziò a respirare un clima tesissimo. Gli abitanti del posto sopportarono con pazienza fin quando i minchiadura del luogo, un bel giorno, si radunarono e andarono nelle case dei camorristi, devastando tutto quello che potevano devastare, seguiti da migliaia di persone. I camorristi in questione, in breve, si ritrovarono con l'auto e le case distrutte. E dal momento che all'epoca non c'erano tante telecamere (avete chiaro ora come mai hanno riempito di telecamere il paese?) nessuno fu identificato. Non solo. Quando gli sbirri del luogo (guarda caso, tutti meridionali) fecero sapere che "no, non ci si fa giustizia da soli" (il tutto mentre loro NON facevano giustizia quando i camorristi in questione spaventavano le persone del posto) gli stessi che organizzarono quella spedizione punitiva fecero sapere che analoga sorte riservata ai camorristi, sarebbe stata applicata anche agli sbirri stessi e alle loro famiglie. Quale fu il risultato? Che non solo nessuno si sarebbe mai più azzardato ad inviare anche soltanto un teppistello nel paese, ma che non si aprì nessuna indagine su chi avesse organizzato e partecipato a quella spedizione punitiva. E così, si tornò rapidamente alla normalità. Inutile dire che nell'Italia dove l'Antimafia scassa i coglioni da mane a sera con inutili discorsi su etica e coraggio, dove si rompono le palle a Berlusconi perché FORSE ha pagato le tangenti alla mafia (senza che nessuno si chieda se sia stato costretto a farlo da uno Stato inetto), del fatto che vi ho raccontato non si ebbe alcuna notizia. Ma come? Un paesino si ribella alla camorra, dimostrando il proprio attaccamento al concetto di etica e legalità e nessun TG riporta la notizia?

Immaginiamo cosa sarebbe accaduto se, invece, durante l'era del green pass un gruppo di persone indisponibili a farsi tiranneggiare avesse preso a sprangate tutti coloro che, come iene, si rifiutavano di curare i pazienti non vaccinati, gli avvocati che non difendevano quelli che avevano visto qualche diritto violato perché non si erano vaccinati, quei professori che bocciavano gli studenti che non si erano vaccinati. Sarebbe successa una cosa semplicissima: il green pass sarebbe stato tolto. Tra qualche anno, tutti i proprietari di casa saranno costretti, se vorranno trarre un utile fittando i propri appartamenti, a pagare una mega-patrimoniale venduta come efficientamento energetico. Se esistessero gruppi di persone che occupassero le case di tutti coloro che sostengono questa misura orrenda, oscena, state sicuri che le classi politiche di tutto il mondo la farebbero finita con questa scemenza del cambiamento climatico. Quello che non viene sostanzialmente capito è che la democrazia e la libertà non hanno assolutamente
NULLA a che fare con valori come pace, dolcezza, tolleranza, ma esattamente con l'esatto contrario. La democrazia e la libertà sono prodotti di un conflitto, spesso violento, tanto più efficace quanto più il popolo decide di impaurire il potere.
Questo aspetto è di fondamentale importanza. Se il potere ha paura della reazione del popolo e lo vede disposto a far pagare con la vita la violazione dei propri diritti alle classi dirigenti, noi avremo una società libera e democratica. Se, viceversa, il popolo ha paura del potere e si fa, da esso, intimidire o fisicamente o moralmente - attraverso cazzate come "i social hanno dato la libertà alla gente di parlare" - ecco le emergenze, ecco le bugie per spaventare la gente, ecco la dittatura.

D'altra parte non è nulla che non è stato già detto da gente ben più autorevole di me. Un importante politico disse che "l'albero della libertà va annaffiato col sangue dei tiranni". Parole che uno, a primo impatto, attribuirebbe a Putin e che invece erano di Thomas Jefferson.
E se dopo averci ammorbato le palle con la difesa, a chiacchiere, dei valori della democrazia e della libertà, non vi fidate nemmeno di un presidente americano, non so sinceramente cos'altro dirvi.
Quel che so è che invece di stupirvi di IT-Alert sul cellulare, forse è il momento di prendere i tiranni ed iniziare ad innaffiare.

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Al di là delle polemiche e delle singole opinioni, giuridicamente è un fatto grave. E' grave che la popolazione non sia stata avvisata pubblicamente di questa legge che risale al 2020. E' grave che si violino dispositivi privati senza chiederne autorizzazione. E' grave che non si rispetto il diritto di libertà del singolo di decidere se ricevere o meno l'avviso di allerta e in quale modo. Inoltre mi sorge il dubbio che vogliano "deresponsabilizzarsi" da gravi eventi prevedibili per mancata manutenzione (crolli di ponti, strade, ecc. - io ti ho avvistao quindi se sei staocoinvolto nel crollo del ponte è colpa tua...). Quindi questa cosa va sicuramente affrontata prima di tutto sul piano legale , poi come cittadina spero anche in altro...
 
E....secondo te...chi dà il via? Mi pare che ogni rivoluzione abbia avuto un capo, qua non ne vedo. IT Alert.....ahahaha....in Italia, qualsiasi "innovazione " tecnologica viene affidata ai "cantinari" (come chiamavamo i primi ragionieri che programmavano negli anni 80) quindi non funzionerà o se funziona sarà una czzta tipo "Immuni"
 

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Franco Marino
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