Onestamente fatico a comprendere il livore verso gli uomini morti nel Titan.
Si possono fare molte riflessioni, anche sulle possibilità dei più facoltosi di tentare imprese in apparenza inutili, ridicole o eccentriche. Ma senza mancare di rispetto ai morti.
Quando è morto Berlusconi, che io non ho mai stimato, non ho voluto fare alcun commento, in primis perché lo conoscevo poco e quel poco non mi piaceva; in secondo luogo, mi ha disgustato l'accanimento, a cadavere ancora caldo, verso di lui. Io credo che la morte, che ci riguarda tutti, debba portare a un atteggiamento di profondità anche verso il nemico.
Nell'Iliade, viene ricordato ad Achille l'aspetto sacro (e sacrosanto) di onorare i propri morti con una degna sepoltura.
Non si chiede a nessuno di crucciarsi per la morte di chi si ritiene odioso, ma, se non si possono spendere belle parole su un defunto, o si tace o si critica senza spargere bile.
Per quanto riguarda i defunti del Titan, provare invidia di classe verso la possibilità stessa di fare viaggi simili, mi sembra insensato. I soldi non hanno mai rappresentato un valore durevole o nobile nella vita. I soldi sono un mezzo, un mezzo molto potente di questi tempi, ma non danno senso alle nostre vite.
Mi colpisce sempre chi passa tutto il tempo a pensare ad accumulare soldi, a cercare di diventare ricco, mentre non si cura affatto di donare amore, di essere solidale con il prossimo, di cercare di agire correttamente nella sua quotidianità. Mi colpisce chi non ha una prospettiva più ampia della sua vita, che investe relazioni, paesaggi, esperienze che niente hanno a che fare col denaro.
E ve lo dice una povera, una che ha ricorso anche agli aiuti della Caritas per andare avanti. Ma nel cuore ho sempre avuto la certezza che non siano i soldi il bene supremo dei nostri giorni terreni.
Si possono fare molte riflessioni, anche sulle possibilità dei più facoltosi di tentare imprese in apparenza inutili, ridicole o eccentriche. Ma senza mancare di rispetto ai morti.
Quando è morto Berlusconi, che io non ho mai stimato, non ho voluto fare alcun commento, in primis perché lo conoscevo poco e quel poco non mi piaceva; in secondo luogo, mi ha disgustato l'accanimento, a cadavere ancora caldo, verso di lui. Io credo che la morte, che ci riguarda tutti, debba portare a un atteggiamento di profondità anche verso il nemico.
Nell'Iliade, viene ricordato ad Achille l'aspetto sacro (e sacrosanto) di onorare i propri morti con una degna sepoltura.
Non si chiede a nessuno di crucciarsi per la morte di chi si ritiene odioso, ma, se non si possono spendere belle parole su un defunto, o si tace o si critica senza spargere bile.
Per quanto riguarda i defunti del Titan, provare invidia di classe verso la possibilità stessa di fare viaggi simili, mi sembra insensato. I soldi non hanno mai rappresentato un valore durevole o nobile nella vita. I soldi sono un mezzo, un mezzo molto potente di questi tempi, ma non danno senso alle nostre vite.
Mi colpisce sempre chi passa tutto il tempo a pensare ad accumulare soldi, a cercare di diventare ricco, mentre non si cura affatto di donare amore, di essere solidale con il prossimo, di cercare di agire correttamente nella sua quotidianità. Mi colpisce chi non ha una prospettiva più ampia della sua vita, che investe relazioni, paesaggi, esperienze che niente hanno a che fare col denaro.
E ve lo dice una povera, una che ha ricorso anche agli aiuti della Caritas per andare avanti. Ma nel cuore ho sempre avuto la certezza che non siano i soldi il bene supremo dei nostri giorni terreni.