Lorella P. Lucas
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Un Gran Giurì per le violazioni dei diritti umani commesse durante la pandemia
Lo stato di emergenza permanente in cui ormai viviamo come se fosse la normalità produce
effetti subdoli specialmente nei casi in cui l’emergenza non è dichiarata. Si tratta di uno degli effetti
– evidentemente auspicati dal dispositivo di soggiogamento – derivanti dall’assuefazione dei
cittadini a ogni ipotesi, dichiarazione, monito, decreto o legge scaturito da chi li governa.
Ci siamo resi conto in questi due anni che anche la presunta dissidenza di numerosi individui,
movimenti, partiti o gruppi si è trasformata essa stessa in una inefficace “dissidenza emergenziale”,
di fatto funzionale al dispositivo stesso, e incapace di cogliere la gravità sistemica di ciò che sta
accadendo. I gruppi dissidenti e i loro guru si sono per lo più comportati in questi due anni come si
comporterebbe un automobilista che, per porre rimedio alla luce arancione della spia del cruscotto
che gli segnala lo stato di riserva di carburante, si recasse da un elettrauto per disattivare la spia in
questione, invece di ragionare sulla sua causa sistemica e andare per conseguenza a rifornirsi di
carburante.
Un dissenso da pronto soccorso che si è dimostrato – tra sporadiche iniziative legali,
formazione di partitini illusi di sconfiggere il male alle elezioni, convegni universitari e non,
infruttuosi ed autoreferenziali – del tutto piegato a quella strategia dello stato di emergenza ormai
evidentemente entrata nelle percezioni quotidiane dei cittadini come nuova normalità. Lo dimostra
il silenzio inquietante di stampa, “intellettuali” e opinionisti rispetto alle deliranti richieste di
dimissioni avanzate dalle sinistre dopo le dichiarazioni, del tutto neutre e anzi incredibilmente
ispirate al buon senso – e per di più coerenti con le recenti ammissioni di Pfizer sulla mancata
sperimentazione del vaccino in termini di arginamento della diffusione del Covid – del
sottosegretario alla Salute, che ha semplicemente detto – traducendo di fatto le dichiarazioni della
stessa Pfizer – “non abbiamo prove che senza il vaccino sarebbe andata peggio”. La situazione è
paradossale, distopica, surreale.
Per arginare dunque la tentazione di cercare facili accomodamenti, di promuovere la
pacificazione nazionale post-emergenziale, di trasformare l’intero affaire Covid nell’italico “chi ha
avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”, il comitato organizzatore del “Referendum NO Green Pass” si
è ricostituito per procedere alla creazione di un Gran Giurì incaricato di raccogliere ed esaminare, in
via preliminare e pubblicamente, le prove che i cittadini vorranno sottoporre per dimostrare i danni
psico-fisici sofferti a causa delle misure di gestione del Covid.
Se le prove saranno ritenute sufficienti, il Gran Giurì deferirà i presunti responsabili alla Corte
penale internazionale o a quei tribunali nazionali che, in base al principio di universalità della
giurisdizione penale, vorranno giudicare quanti abbiano ideato o avallato l’imposizione di lockdown
esiziali, la persecuzione mirata di categorie professionali, la soppressione selettiva di diritti e libertà
fondamentali, la somministrazione coatta di un farmaco sperimentale dagli effetti incerti e insicuri
– che taluni ancora oggi si ostinano a definire “vaccino” – nonché l’introduzione di un abietto
strumento di controllo sociale denominato Green Pass, vero obiettivo delle politiche di stampo
totalitario sdoganate dal Covid.
Indipendentemente dalla tendenza, tutta italiana, a stendere un velo sul passato, a creare
ampollose commissioni parlamentari d’inchiesta (che in questo caso ricorderebbero da vicino le
cosiddette commissioni di verità e riconciliazione note alla tragica esperienza di altri Paesi), ad
adottare eventuali leggi di amnistia destinate a rafforzare l’indegno scudo penale che già protegge

i “vaccinatori”, è infatti auspicabile che altri Paesi vogliano perseguire, nell’interesse dell’intera
Comunità internazionale, comportamenti che, con ogni probabilità, costituiscono violazioni gravi ed
efferate dei diritti fondamentali dell’uomo e integrano gli estremi dei crimini contro l’umanità. In
questa prospettiva, valuteremo altresì, ove necessario, la possibilità di costituire un nuovo organo
giudicante internazionale, terzo ed imparziale, ove quelli attualmente operanti continueranno a
mostrarsi sordi alle istanze di giustizia proprie al diritto delle genti.
Avendo riconosciuto in ciò che chiamiamo biopandemismo una situazione permanente e
tendenzialmente strutturale di emergenza, intesa come pretesto per l’introduzione di forme di
controllo di massa da parte di quegli apparati di governo all’ombra dei quali si muovono corporazioni
finanziarie multinazionali, il Gran Giurì non è concepito soltanto come un organismo a cui faranno
capo azioni specifiche da svolgere nelle sedi più appropriate, ma innanzitutto come luogo da cui
esprimere valutazioni di ordine etico e giuridico in una prospettiva più ampia di tipo storico.
Il Gran Giurì sarà in rete a giorni con un portale ad hoc.

Francesco Benozzo (docente di filologia presso l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna /
fondatore dell’OSS - Osservatorio Contro la Sorveglianza di Stato)
Luca Marini (docente di diritto internazionale presso l’Università di Roma “La Sapienza” /
fondatore del CIEB - Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina)
Olga Milanese (avvocato del Foro di Salerno / presidente dell’Associazione “Umanità e Ragione”)

https://www.ecsel.org/cieb/
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GiuseppeTuD
Speriamo, ma la vedo durissima.
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