Screenshot 2023-11-21 090535.png
Caligorante

Screenshot 2023-11-21 090535.png

Accadeva millequattrocentonovanta anni fa. 21 novembre 533 d.C. Giustiniano I, imperatore romano d'Oriente, emana le Istituzioni. Costituite da quattro libri e curate da Triboniano, le Istituzioni attingono ai lavori dei giureconsulti romani (Gaio, Ulpiano) e alle riforme imperiali del passato. Unite al Codice, al Digesto e alle Novelle compongono il Corpus Iuris Civilis, nome che gli fu attribuito dagli umanisti nel XVI secolo. Le Istituzioni, secondo il principio enunciato da Ulpiano, affermano: “Ciò che il principe decide (quod principi placuit) ha forza di legge”. Questo però non fa di lui un despota, non solo perché egli è ispirato da Dio, ma anche perché enuncia la volontà popolare, poiché il popolo ha concesso all’imperatore tutto il suo potere e la sua autorità. Lui stesso deve imporsi il dovere di sottostare alle leggi che ha promulgato: proprio l’illuminata accettazione della legge distingue il sovrano legittimo dal tiranno. Le Istituzioni rappresentavano un manuale ufficiale a uso degli studenti (“permettere agli studenti di attingere da un’acqua pura”, secondo le parole di Giustiniano) di giurisprudenza: il primo anno si studiavano le Istituzioni e i primi quattro libri del Digesto; il secondo, terzo e quarto anno dal quinto al cinquantesimo libro del Digesto; l’ultimo anno il Codice giustinianeo. I cinquanta libri del Digesto, o Pandette, pubblicato nel dicembre 533, presentavano una selezione di testi dei grandi giuristi romani: il diritto antico era semplificato, razionalizzato e adattato alle nuove realtà. Giustiniano definì l’opera “santo tempio della giustizia romana” e ne vietò qualsiasi riduzione o epitome. Nell'Europa occidentale il corpus venne riscoperto nel XII secolo, ed è stato la pietra angolare dell’insegnamento giuridico fino al XIX secolo. Giustiniano aveva sostituito lo zio Giustino I nel 527. Come Giustino, proveniva da una modesta famiglia dell’Illirico; ma diversamente da lui, che era analfabeta, aveva studiato, soprattutto diritto e religione, per prepararsi a governare. Era un uomo brillante di quarantacinque anni, già sposato con la famosa e discussa attrice Teodora. La figura di questo sovrano è una delle più controverse della storia, e l’attività che svolse al servizio dell’impero ebbe sicuramente del prodigioso. In un'epoca di incertezze e catastrofi, Giustiniano cercò di rinnovare e, nello stesso tempo, di rafforzare lo Stato con una serie di provvedimenti e di riforme. Una delle sue prime decisioni fu proprio quella di codificare le leggi “antiche”. Quest’impresa di codificazione, coordinazione e attualizzazione risultava necessaria da un punto di vista pratico. Il Codex repetitae lectionis, che doveva diventare l’unica fonte di ordinanze imperiali, in dodici libri raccoglieva dalle 4.600 alle 4.700 leggi, emanate tra l’epoca dell’imperatore Adriano (117-138) e la data di pubblicazione, integrando inoltre un corpus di leggi pubblicato alla fine del 530, le Cinquanta decisioni. In ogni titolo, le leggi erano presentate in ordine cronologico, recando in cima il nome dell’imperatore che le aveva promulgate, in fondo data e luogo di promulgazione. Questa lavoro filologico aveva anche una dimensione ideologica: si trattava – preoccupazione tipicamente romana – di ristabilire in terra l’ordine che Dio aveva fissato nei cieli. In questo modo, Giustiniano intendeva non soltanto restaurare la gloria di Roma e la stabilità dell'imperatore, ma anche darle un lustro supplementare, quello di uno Stato unificato dalla fede cristiana, a immagine del regno dei cieli. Inoltre riconquistò circa un terzo dei territori appartenuti all’ex impero d'Occidente affrontando armi in pugno gli ostrogoti in Italia e i vandali in Nordafrica. A tale programma di restaurazione della potenza romana, che portò Bisanzio a un’estensione in seguito mai più raggiunta, Giustiniano fu spinto dalla necessità geopolitica di ricostruire l’unità del bacino mediterraneo, ma anche da forti convinzioni ideologiche: si sentiva profondamente romano e cristiano, e considerava suo dovere la Renovatio Imperii perché era convinto che tale compito gli fosse stato affidato da Dio, fonte del potere terreno. Che Vladimir Putin si sia ispirato a Giustiniano e alla seconda Roma? Originally posted in:
There are no comments to display.

Profile Post

Il provvedimento del Governo in materia di lavoro ai giovani mi trova molto discorde.
Si incentivano le imprese ad assumere solo giovani del Sud, creando di pari passo disoccupazione dei giovani al Nord. Soprattutto è un provvedimento incostituzionale, dato che crea differenze e disparità tra cittadini.
Semmai dovevano incentivare le assunzioni imponendo pari percentuali di occupazione in tutto il territorio nazionale, isole comprese.
Quando la classe politica è ignorante e incapace, e non mi riferisco solo a quella di Governo, ma a tutto l'arco parlamentare accade questo orrore.
Occorrono nuovi politici, preparati e soprattutto che amino l'Italia e siano disposti a sacrificarsi per essa.
“Quello che sta avvenendo a Gaza è come se noi, per catturare Matteo Messina Denaro, avessimo raso al suolo la provincia di Trapani, anzi è peggio, perché mentre lui non si è mai mosso dalla provincia di Trapani, i capi di Hamas di certo non sono a Gaza.
Eppure, per comprendere la complessità del conflitto senza ridurla a sterili tifoserie, studiare la storia è un elemento essenziale: “È ovvio che se ci fermiamo all’istantanea degli ultimi sei mesi, con il massacro e i crimini di guerra di Netanyahu e del suo esercito ai danni della popolazione di Gaza, tutte le ragioni del mondo sembrano essere solo da una parte, ma le cose sono più complesse di come sembrano.
È difficile immaginare quali possano essere le vie d’uscita da questo conflitto fino a quando non emergeranno figure che sappiano ‘andare oltre se stessi’ come avvenuto in Sudafrica quando si mossero i primi passi per smantellare l’apartheid.
È ovvio che ci siano proteste se pensiamo che a Gaza si contano 35 mila morti in sei mesi, su due milioni e mezzo di abitanti, quasi tutti civili e bambini. Per fare un paragone basti pensare che in due anni e due mesi in Ucraina ci sono state 10.000 vittime civili su 40 milioni di abitanti, eppure a Netanyahu nessuno osa dire nulla e nei confronti di Israele non è scattata ancora nessuna delle sanzioni che hanno colpito i russi a poche ore dall’aggressione.
Quindi la rabbia è perfettamente comprensibile, rimarca il direttore del Fatto, “però oltre alla rabbia bisognerebbe studiare la storia, per capire come siamo arrivati fin qui è come se ne può uscire”.
cit. Marco Travaglio
"I' mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando"

Purgatorio, canto XXIV

Per me, la scrittura è questo e credo che i miei due amori, Dante e San Giovanni apostolo, la rappresentino alla perfezione.

San-Giovanni.jpg
«Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io;
e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio.»
(Rut 1:16)

1795-William-Blake-Naomi-entreating-Ruth-Orpah.jpg

Gruppi di Patrioti

  • Forza Putin, bisogna cavare sangue da queste bestioline.
  • Ahi!
  • https://www.trevisotoday.it/politica/quinto-salvini-libro-13-maggio-2024.html
  • L'Italia è il pasto (si spera l'ultimo) della finanza americana.
  • Perché ci siamo impegnati? Quale sarebbe il vantaggio...
Top