In questi giorni ha fatto molto rumore una campagna pubblicitaria che Netflix, per pubblicizzare la serie "Il problema dei tre corpi", ha fatto comparire sulle stazioni ferroviarie di molte città. La frase incriminata è "Siete insetti" che, a quanto pare, viene pronunciata all'interno della serie stessa. Lo slogan, più che essere elaborato da qualche entità occulta che preannuncia il nostro schiacciamento come insetti, è stato inventato da un creativo che - senza essere un genio della pubblicità (come chiosano certi pseudoguru) - semplicemente conosce la tecnica del "guerrilla advertising" che si fonda su questo schema: creo qualcosa di forte che farà discutere, farò scagliare le masse le une contro le altre, per qualche tempo non si farà altro che parlare di me e alla fine tutti verranno a comprare il mio prodotto.
Le reazioni delle due masse contrapposte e la loro perfetta e totale specularità, mi ispirano una riflessione che da tempo avevo sulla punta della lingua su una considerazione alla quale sto giungendo: complottismo e anticomplottismo si assomigliano molto più di quanto differiscano ed entrambi perseguono, ai vertici in malafede ma sfruttando la buonafede dei loro seguaci, un sistematico allontanamento dalla verità. E proverò a dire perché.

Nel condominio dove vivevo, abitava un mio coetaneo (forse qualche anno di più) che ha vissuto una delle esperienze più terribili che un uomo, inteso come essere umano ma anche come individuo di sesso maschile, possa vivere: venire a sapere che i figli che credeva essere suoi, in realtà non erano suoi. Non ho neanche lontanamente mai osato immaginare cosa possa significare scoprire un inganno di questo tipo. Ma ad avermi impressionato è il processo emotivo che lo ha portato ad andare a fondo e disoccultare l'inganno di cui è stato vittima. Perché non basta dire "Ok, facciamo il test del DNA", che in fondo costa una settantina di euro. Il meccanismo è molto più complesso ed elaborato. Prima bisogna abbattere la paura della scoperta - nello specifico, di aver sprecato la propria vita con chi credevamo diverso, aver cresciuto bambini che credevamo frutto di un amore vero - poi bisogna fare a pugni con la sensazione che una certa cosa sia "troppo brutta per poter essere vera o per accadere a me", e infine, a fatto compiuto, c'è un conflitto da affrontare, non tanto con il coniuge che ci ha ingannati - in qualsiasi procedimento giudiziario, anche in un'era misandrica come la nostra, di fronte ad una situazione del genere, la condanna della moglie è praticamente scontata - quanto con se stessi, col senso di inutilità che si deve vivere, sapendo di aver sacrificato quei 10-15 anni della propria vita a dei bimbi che, alla fin fine, non sono tuoi, quando avresti potuto averne di tuoi con una donna che davvero ti amava. Per non parlare degli effetti sui figli stessi, del tutto incolpevoli, se non di essere nati da una madre immorale.
Il processo che ci porta allo svelamento di una terribile realtà non solo non è mai indolore ("se guardi dentro l'abisso, l'abisso guarderà dentro te") ma il dolore provato è come un'operazione chirurgica senza anestesia o come una pesante chemioterapia: la gente non si fa le analisi per paura di scoprire che dovrà consacrare molti anni a terapie dolorosissime che oltretutto non garantirebbero la guarigione. Meglio dormire e sperare che la morte li colga nel sonno.
Anche per questa ragione, io ai cosiddetti "anticomplottisti" - che sono del tutto speculari ai complottisti - ho sempre trovato ogni giustificazione possibile. Non giustifico certo i vari David Puente, Attivissimo, Open, che sono fondamentalmente addormentatori di coscienze al servizio delle classi dirigenti del deep state americano. Nondimeno, tuttavia, si rivolgono ad un mercato realmente esistente di persone impaurite dinnanzi al rischio di sapere che la realtà che hanno vissuto è una gigantesca illusione e di dover affrontare un conflitto.
La vera notizia è che anche il complottismo ha la funzione di oscurare una verità troppo brutta per essere accettata e dunque l'inevitabile conseguenza di questa presa di coscienza, che prevede una guerra contro coloro che li hanno ingannati. La sola ed unica differenza è che mentre l'anticomplottista vuole dormire, illudendosi che non possa esistere un mondo in cui quelle stesse figure (scienza, politica, intellettuali) al cui altare sacrifica ogni briciolo di spirito critico, vogliano decimare una popolazione troppo numerosa per poter essere gestita, il complottista rivendica il diritto di rimanere sveglio fin quando non gli si presenta di fronte il nemico contro cui a quel punto non può non combattere. Il complottista medio mena cazzotti al vento ma si ferma quando gli appare un vero pugile professionista contro il quale deve lottare davvero, ossia la verità.

In sintesi, anticomplottisti e complottisti si assomigliano molto più di quanto differiscano: entrambi temono la resa dei conti col nemico e cercano di spostare il terreno della contesa in zone dove lo scontro finale non sia praticabile. E nuotando da oltre vent'anni - sebbene io abbia sempre cercato di scucirmi quest'etichetta - nell'oceano della cosiddetta controinformazione, mi sono sempre stupito di come nessuna delle due correnti basasse le proprie tesi su fatti incontrovertibili, che pure potrebbero portare a sostegno delle proprie tesi e che non solo ci sono, ma sono raggiungibilissimi. Ma vengono totalmente ignorati.
L'anticomplottista filoeuropeista sostiene che la Germania fa bene ad essere austera perché i popoli del sud Europa sono scialacquoni, il complottista antieuropeista sostiene che la Germania è un paese avido che non vuole aiutare i paesi del Sud.
Poi c'è un signor nessuno come Franco Marino che si limita a guardare i dati, scopre che la differenza vera tra Italia e Germania non è nel debito ma nel PIL - è quello che rende le percentuali del debito pubblico così apparentemente diverse - e quindi conclude che in Italia ci sono tantissimi cialtroni in malafede sia tra gli europeisti che tra gli antieuropeisti. Ma questo lo costringe a fare la scelta di allontanarsi dalla controinformazione mainstream, che sulla vicenda dell'Euro dice tutto, tranne le cose davvero importanti, e a giungere alla conclusione che in questo paese occorrerebbe una Mani Pulite che spedisca in galera tutti i maggiorenti dell'informazione e della politica, dell'una e dell'altra parte, che hanno raccontato balle in questi anni. In sostanza, indico nemici reali, esistenti.
Per il controinformatore mainstream, i nemici sono sempre entità sovrannaturali, sovranazionali, contro i quali - guarda un po' il caso - non possiamo lottare perché sono invisibili, sono ovunque, posseggono ogni cosa. E' del tutto inutile spiegargli che queste lobby si possono sopprimere con una conventio ad excludendum su scala mondiale e che, se ciò non avviene, forse ad alcuni di questi stati convenga servirsene.
I gruppi di potere evocati dal complottista non potrebbero esistere senza l'obbedienza di politici italianissimi. Il famigerato Soros, come in generale i famosi "mercati che fanno le speculazioni" non potrebbero fare nulla senza l'appoggio delle classi politiche locali. Il punto è che Soros è comunque la maschera che permette ai veri colpevoli di dire "Non è colpa nostra, ma sua".
Mentre affermazioni come "Gli Stati Uniti sostengono il terrorismo islamico" oppure "Il Deep State ha creato il covid come pretesto per scatenare una crisi finanziaria e dare il via ad una repressione delle libertà su cui si strutturava l'Occidente" o ancora "L'America vuole usare l'Europa come bancomat per la guerra in Ucraina" si basano su fatti concreti, netti - come, per esempio, il sostegno che sistematicamente la politica di Washington dà a tutti i regimi che teorizzano la Sharia come diritto positivo e la lotta contro tutti i regimi moderati - che chiamano in causa dei colpevoli e che richiedono una reazione forte, decisa, indipendentemente dal fatto che sia fattibile, ossia, l'uscita dalla NATO, dall'UE e da tutte le organizzazioni che costituiscono il fulcro del potere americano. Che si condivida o meno questa analisi, che siano fattibili o meno le conseguenti reazioni, almeno si chiarisce un nemico e si indica una soluzione.

Il complottismo invece si dedica alla cosmesi: si accanisce contro la pubblicità di Netflix sugli insetti ma non fa mai una concreta battaglia sul dato di fatto, veritativo e inoppugnabile - e, dal punto di vista sovranistico, molto più rilevante - relativo al perché non nasca un Netflix italiano che proponga e diffonda la cultura del nostro paese e sia espressione dello spirito del nostro popolo. Tanto, tra due giorni la polemica si sarà, come da copione, spenta. Ma creare un Netflix italiano continuerà ad essere impossibile perché gli Stati Uniti lo soffocherebbero immediatamente. Su questo, curiosamente, il nostro masaniello digitale non ha mai niente da dire. Anche perché, essendo normalmente antiliberale ed anticapitalista, rafforza - più o meno inconsapevolmente - la tesi fasulla che l'America, che in realtà si regge su un sistema praticamente identico a quello sovietico, abbia inventato il libero mercato, né più né meno di come Berlusconi sia stato legittimato dai suoi ridicoli avversari prima ancora che dai suoi fan.
Molto più facile scagliarsi contro nemici troppo irraggiungibili per poter pensare di rischiare il proprio deretano per combatterli.

Comments

Non sono molto d'accordo, è assolutamente vero che è pieno di cialtroni nella cosiddetta controinformazione ma comunque esistono dei "poteri forti" che comunicano con noi attraverso simboli e immagini e SIETE INSETTI, a mio avviso, è chiarissimo come messaggio.
Ah nessuno può "creare" un Netflix, un Amazon, un Apple italiano avevamo l'Olivetti, ma gli americani, che non tollerano nessuna concorrenza, specie dalle colonie non tolleravano che qualcuno fosse più forte di loro nell'informatica, ricorda il pc Olidata, e così hanno messo a capo dell'Olivetti De Benedetti che gli ha fatto fare una fine miserrima.
È molto semplice.
 
Io la posso anche seguire l’informazione di regime, qualche articolo di alcuni quotidiani li leggo… ma questo non mi impedisce di avere sempre un pensiero critico
E ti dirò di più… mi aiuta a capire meglio certe dinamiche e nessuno è mai riuscito ad influenzare la mia opinione
 
La probabilità dell'intersezione tra due eventi è uguale al prodotto delle probabilità di uno degli eventi per la probabilità condizionata dell'altro purchè sia verificato il primo evento. E questo va bene per i fatti del mondo e per il tuo blog!!!!
 
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Franco Marino
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