La Domiziana è una delle strade più pericolose d'Italia, dove tra automobilisti che corrono a 150 quando si dovrebbe andare al massimo a 80, malintenzionati, prostitute e quant'altro, non è raro fare cattive esperienze. Così, se uno si mette a correre a piedi al centro della carreggiata e viene investito in pieno da una macchina, qualsiasi persona normale direbbe che sì, è una vittima, ma che se l'è cercata. Un discorso di buonsenso. Che, invece, si sfarina quando si parla di stupri o di femminicidi.
Così, mentre i giornali eleggono la sorella di Giulia Cecchettin come donna dell'anno e stramaledicono a scoppio ritardato la Ferragni, c'è un delitto completamente passato sotto traccia che vede come vittima Vanessa, una giovane donna che, al culmine di una situazione in cui teneva in piedi due storie parallele - al punto che si vuole fare il DNA del feto che portava in grembo per capire chi fosse il padre - infine è stata ammazzata.

Nessun moralismo, premetto. Qui tutti abbiamo gli scheletri nell'armadio. E tuttavia, se si ama fregare le persone fingendo di amare l'una mentre si copula con l'altra e uno dei due fa una sconsideratezza, la vittima rimane sempre vittima, ci mancherebbe, ma è così strano dire che abbia quantomeno una sorta di concorso di colpa? Affermare ciò conduce inevitabilmente all'anatema muliebre che, distillato dall'arcigna foga della femminista d'assalto con lo sguardo truce d'ordinanza di chi ti sta per ghigliottinare, è pronto a dar vita alla tempesta mediatica. Vanessa poteva evitare questa tragedia capendo che non si sta con una persona mentre se ne illude un'altra. Non è moralismo. E' sano buonsenso. Non tutti reagiscono alle corna con fair play e, se poco poco si acchiappa qualche individuo con la brocca non ben allineata, non si sa mai come possa reagire a certi inganni.
Ma, niente da fare, le grandi stampe, tese a somministrare brodaglie ideologiche, preferiscono esaltare celebrare la figura del magnifico cornuto che, fiero della sua natura di maschio beta, l'aveva accompagnata a denunciare il suo stalker.
Non una parola sul comportamento sconsiderato della vittima che, alla faccia dell'educazione sentimentale tanto sbandierata e di quanto sia brutto e cattivo il maschio, ha dimostrato che non vi è differenza tra l'una e l'altra metà del cielo se, nel contempo, si è cattive persone. E' per questo che si parla così poco di questa storia. Sia mai qualcuno si accorga che anche una donna può essere stronza.

Quindi, in sintesi, l'assassino deve andare in galera? Sì. Vanessa è una vittima? Sì. Se l'è cercata? Sì. Se l'è cercata.
Fatevene una ragione.

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La grande taciuta è la de-responsabilizzazione. Gli adulti non hanno più la percezione che una qualsiasi azione comporti delle conseguenze, perché il "fai come ti senti" (cioè l'impulso cieco) impera in qualsiasi circostanza.

Condanno l'omicidio, che non è giustificato o giustificabile nemmeno di fronte all'offesa più grande, ma, se questa ragazza fosse stata cosciente del pericolo a cui si esponeva con questo genere di condotta, forse si sarebbe evitata una brutta fine. Non perché la perdita della propria vita dipendesse esclusivamente da lei, ma conosceva abbastanza il suo assassino per ritenersi al sicuro da un eccesso di violenza? Evidentemente no.
 
É palese no che se l'é cercata! Il suo assassino mica é italiano no? Anche le denunce per stalking non sono state ritenute importanti.. Non é permesso ad una giovane donna avere un attimo di debolezza con uno straniero!!!
 
E ne butto lì un'altra, che mi cataloga automaticamente fra i fasciorazzisti ma che da anni si rivela sempre più solida: le donne italiane (ed europee) dovrebbero essere molto più caute nell'allacciare relazioni con uomini provenienti da paesi e culture non proprio famosi per liberalità nei rapporti fra sessi e rispetto della dignità umana. Così, a livello precauzionale.
 

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Franco Marino
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