Mi scrive qualche giorno fa su Whatsapp il mio amico e prezioso collaboratore Filippo Barbera il quale mi fa "Hai sentito Amato?". Al che, io - che in quel momento sono fuori casa per lavoro e non ho l'accesso né alle newsfeed dei social né ai media mainstream - gli chiedo "Che è successo?". E scopro che Giuliano Amato ha detto che dietro la strage di Ustica ci sono i francesi. Nelle aspettative di molti, dovrei sobbalzare. E invece la notizia non mi fa né caldo né freddo. Ma qui occorre anche dire perché.

Tanto per cominciare, che le cosiddette "Stragi di Stato" rientrino in dinamiche geopolitiche molte complesse è cosa che qualsiasi povero diavolo che si interessi del tema ormai ha ben chiaro. Secondo, i fatti sono successi ormai così tanto tempo fa che non ha nemmeno senso stare a spettegolare sul perché sia stata la Francia e non, come sostiene adirata Stefania Craxi, gli Stati Uniti. Terzo, sono convinto che queste notizie non servano a nulla. Che l'Occidente sia un nido di vipere è cosa nota e anche l'ipotesi che dietro la strage di Ustica ci sia l'America e non la Francia, nulla toglie al fatto che sia i francesi che gli Stati Uniti hanno dimostrato di non essere alleati fedeli e affidabili. E dunque non cambia nulla delle dinamiche della politica internazionale, dove contiamo meno di zero. Anche fossero stati i francesi e non gli americani, cosa si fa? Dichiariamo guerra? A chi? Così, cercando di recuperare i miei riflessi, la conclusione alla quale si giunge è che parlare di questi fatti ha l'unico scopo di impantanare i cittadini in un dibattito che non ha più alcun senso, in un tentativo di seminare odio tra i paesi occidentali che è senza senso. Perché ciò che sta accadendo in Occidente è molto più complesso delle normali schermaglie tra paesi, a colpi di attentati, attentatini e attentatoni. L'unica vera domanda, che vale la pena porsi quando si scoprono queste notizie, è questa: "E allora? Che si fa?". Se si può fare qualcosa, questo qualcosa può avvenire solo con svolte fuori dalle regole istituzionali. Con resistenze, colpi di stato, rivoluzioni. Fino a quel momento, notizie come queste sono completamente inutili. L'Italia ha la forza di aprire uno scontro diplomatico con la Francia? No. Ha la forza di uscire dalla NATO come si dovrebbe fare quando si scopre che al proprio interno ci sono alleati infedeli? No. E' questa di Ustica - indipendentemente da chi sia stato il vero artefice - l'azione canagliesca più grave compiuta dagli alleati contro l'Italia? Ovviamente no.
Dunque, sono chiacchiere inutili.

Semmai ben più senso potrebbe avere chiedersi che fini abbia avuto Amato, perché si sia "scetato" come diciamo noi a Napoli soltanto dopo più di quarant'anni, nel rivelare certi segreti.
Al "bisogno di verità" del Dottor Sottile non crede nessuna persona sennomunita. Come del resto sarebbe azzardata qualsiasi ipotesi che, dalle ambizioni personali di Amato all'avvertimento lanciato a qualcuno, passando attraverso cospirazionismi di vario tipo, ambisca a stabilire certezze interpretative buone una volta e per tutte.
Quindi possono essere buone tutte le possibilità ma il punto è proprio questo: nessuna di queste cambierà le sorti dell'Italia perché queste possono essere cambiate soltanto da una rivoluzione.
E questo basta a tributare l'importanza nulla che meritano le dichiarazioni ultratardive di Amato.
Anche perché, come si dice negli ambienti del diritto, "giustizia ritardata è giustizia negata".

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Quando invecchi e sei fuori dal giro del lavoro, degli impegni mondani, delle amicizie, (anche perché molti se ne vanno in cielo) vai in depressione. Se eri un personaggio in vista, ancor peggio. Così, spari una cazzata qualsiasi per avere ancora quella visibilità che ti sei perso. Gli anziani in Italia sono parecchi ma probabilmente molti manco ricordano Ustica, chi é nato dopo il 70, o forse anche prima, era troppo giovane per ricordare, penso che questi credano che Amato sia un famoso marchio di pasta.
 

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Franco Marino
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