Mina Vagante
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A un certo punto, soprattutto appassionandomi ai casi di cronaca nera, ho smesso di tollerare la retorica del "Nessuno tocchi Caino", perché spesso la sorte dei Caini oscura quella delle loro vittime, innocenti che non avranno giustizia.

Per questo motivo, quando ho visto il video del banchiere torinese che smaschera le intenzioni della sua promessa sposa pubblicamente, mi sono istintivamente schierata con lui. Se è vero che è stato tradito e che rischiava accuse di violenza domestica, magari post-matrimoniali e con la prospettiva di dover sborsare fior di quattrini per mantenere a vita la sposina, non posso biasimare il suo gesto.

C'è stata una parziale levata di scudi a tutela della donna, che ha colto la palla al balzo per parlare di aggressione sessista nei suoi confronti, segno che non è né stupida, né ingenua, né indifesa.
Non voglio scrivere un post per capire chi ha ragione o torto, perché potrebbe veramente essere una "banale storia di corna", come ha detto Segre nel suo pacato j'accuse.

La mia attenzione verte sull'atteggiamento di accusa nei confronti dell'uomo presumibilmente (diamo il beneficio del dubbio) cornuto.
Si è parlato di poca eleganza, poca cavalleria, poca riservatezza e ci può stare. Si è pure detto che non ha considerato le conseguenze della sua azione contro la donna, che è stata umiliata pubblicamente.

Però io vorrei chiedervi: la donna non ha pensato alle conseguenze delle sue, di azioni? Perché io posso pure decidere di tradire il mio uomo con uno o più amanti, ma devo farlo nella consapevolezza che potrebbe non avere una reazione cavalleresca, elegante e protettiva nei miei confronti.

Chapeau a chi riesce a mantenere la lucidità in queste situazioni, ma onestamente, se ciò che ha dichiarato Segre è vero, non me la sento di condannarlo del tutto.
O, se si vuole farlo, gli si riconoscano almeno delle attenuanti.
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