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Ieri ho terminato la lettura di questo saggio breve "Come l'Occidente ha provocato la guerra in Ucraina" edito da Fazi Editore.
Il testo ricostruisce i fatti che ci hanno portato all'attuale guerra in Ucraina e al crescente coinvolgimento statunitense nel teatro ex sovietico.
Abelow descrive passo passo le scelte politiche, gli indirizzi diplomatici e militari che hanno spinto la NATO alle porte della Russia (non violando nessun accordo formale, ma la parola data al momento della riunificazione delle due Germanie).
Ad esempio, si mette in prospettiva la guerra di Ossezia, combattuta in Georgia nel 2008: la crescente presenza USA, le esercitazioni militari, la promessa di estendere la NATO nel Caucaso e le provocazioni di confine che scatenarono la reazione russa. Questi sono i fatti, non una presunta sanguinarietà di Putin.
L'autore spiega dettagliatamente il ritiro unilaterale degli USA dal trattato sui missili ABM; certo, gli USA direbbero di averlo fatto a giusta ragione, ma l'espressione "ritiro unilaterale" vuol pur dire qualcosa.
Lo scopo non è spaventare il lettore (che inoltrandosi nella lettura scopre quanto siamo nuovamente vicini alla catastrofe nucleare) o di mostrare le lacune nella versione occidentale (e ve ne sono) o di giustificare l'intervento russo; piuttosto direi che è mettere in prospettiva i fatti, guardarli per quello che sono e permettere ai cittadini di riflettere criticamente sulla narrativa ufficiale.

L'autore definisce come "paranoia" l'atteggiamento della NATO nei confronti della Russia, prenderne atto non risolve il problema, ma è un inizio.
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