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Le dimensioni non sempre contano.
Sicuramente questo vale per il cervello.
Ormai è abbastanza chiaro che quando parliamo di cervello e capacità cognitive, il dettaglio importante non è la grandezza (non solo almeno), quanto questa in relazione ad altri fattori: numero di neuroni, sinapsi, architettura complessiva, vascolarizzazione.

Ad esempio, sappiamo che Homo di Neanderthal aveva un cervello grande quanto il nostro (a dire il vero, in alcuni casi di più), ma non abbiamo motivo per pensare che questo corrispondesse a maggiore intelligenza.
Ormai da tempo abbiamo sfatato il mito che vede i nostri antenati-cugini come dei selvaggi con la fronte spiovente di lombrosiana memoria.
Cugini perché di un'altra specie; antenati perché tutti noi uomini moderni conserviamo una percentuale di DNA Neanderthal o Denisova (che a loro volta si erano mescolati tra loro e, prima ancora, con Homo Erectus che trovarono in Eurasia uscendo dall'Africa). Dal 2020, sappiamo che anche i moderni africani hanno tracce di DNA Neanderthal, questo vuol dire che vi furono migrazioni anche verso l'Africa di gruppi ibridati in Eurasia, cosa che fino a poco tempo fa non sapevamo.

Neanderthal controllava il fuoco, probabilmente aveva capacità linguistiche, un pensiero simbolico, seppelliva i morti, lavorava le pietre.

Intanto i ricercatori hanno scoperto che il gene TKTL1 differisce tra Sapiens e Neanderthal per un aminoacido con esiti incredibili.
In una serie di esperimenti di laboratorio (risparmiamoci i tecnicismi, chi vuole trova tutto con una banale ricerca su Google Scholar), hanno dimostrato come la variante Sapiens induca una maggiore produzione di neuroni, alterando l'architettura del cervello e stimolando una maggiore vascolarizzazione (che sembra confermata dagli studi comparativi sui crani Neanderthal - Sapiens).
Questo non vuol dire che i nostri antenati-cugini fossero meno intelligenti (ammesso che al netto di tutto questo mescolamento abbia ancora senso "noi" e "loro"), siamo davanti a un caso di neuro-diversità (non siamo migliori o peggiori, siamo diversi).
I Sapiens avrebbero una corteccia frontale più sviluppata, l'area probabilmente implicata in compiti complessi (auto-percezione, memoria biografica, scelte morali) e che negli individui della nostra specie continua a svilupparsi fino ai vent'anni.

Dettaglio interessante: il gene TKTL1 sembra differire molto anche tra animali domestici e selvatici (la differenza è particolarmente evidente tra i cani e i loro antenati selvatici lupi) -> Misteri della trasmissione orizzontale? Misteri dell'auto-domesticazione umana? (ne parleremo nei prossimi giorni).
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