Era già tutto da scritto da Lacan nel 1968, quando teorizzò il "discorso del capitalista" separato da quello del padrone.
Il discorso del capitalista col '68 si appropria del della proiezione desiderante e fantasiosa della Realtà, sostituendo il godimento al Desiderio.
Lacan non capisce i suoi studenti, che presi dalla rivolta si oppongono al discorso del padrone (repressivo) e si fanno servi del capitalista.
Ogni individuo è unico in quanto portatore di un suo Desiderio specifico, di una sua promessa unica. La rivolta del capitalista crea un continuo godimento dato dalla libertà di consumare e consumarsi che si espleta in pulsione di morte.
La vecchia nevrosi freudiana, tipica del primo capitalismo, è ormai rimpiazzata dal bisogno continuo di godere, fino ad autodistruggersi in un tripudio depressivo-maniacale.
Da qui il fallimento individuale e collettivo dell'Occidente.
Il discorso del capitalista col '68 si appropria del della proiezione desiderante e fantasiosa della Realtà, sostituendo il godimento al Desiderio.
Lacan non capisce i suoi studenti, che presi dalla rivolta si oppongono al discorso del padrone (repressivo) e si fanno servi del capitalista.
Ogni individuo è unico in quanto portatore di un suo Desiderio specifico, di una sua promessa unica. La rivolta del capitalista crea un continuo godimento dato dalla libertà di consumare e consumarsi che si espleta in pulsione di morte.
La vecchia nevrosi freudiana, tipica del primo capitalismo, è ormai rimpiazzata dal bisogno continuo di godere, fino ad autodistruggersi in un tripudio depressivo-maniacale.
Da qui il fallimento individuale e collettivo dell'Occidente.