Di Marga.
Io ho paura. Ho paura della ‘sinistra’. Della ideologia della ‘sinistra’. Ho paura di questa sinistra che, non accettando di aver perso nel confronto elettorale, svela qual è il suo concetto di alternanza al governo: “posso passare il potere soltanto a chi decido io, a chi risponde ai miei canoni”.
E’ il potere esercitato per interposta persona! Modello che gli USA tendono ad esportare e hanno importato qui con la loro “liberazione”: più che necessaria, certo, ma con un prezzo da pagare a vita!
Sì. Ho paura degli attacchi intimidatori della sinistra a questo governo che si sta insediando. Sia attraverso minacce denigratorie verso i suoi componenti (non che prima fossero mancate, ma adesso stanno raggiungendo i livelli di guardia) e sia utilizzando slogan la cui portata andrà a mettere in cattiva luce l’Italia stessa. Enrico Letta: “Legislatura partita malissimo con logica incendiaria” (e dopo non lamentiamoci se deve intervenire Mattarella per dire al Governo Francese - che sostiene che “dovremo vigilare sull’Italia” - che siamo in grado di badare a noi stessi!). Una sinistra così sciocca e in malafede che, avendo perso le elezioni, vuole trascinare il Paese nella stessa disfatta! Una sinistra che è stata al potere per una decina di anni senza suffragio popolare ma attraverso beghe di palazzo e che ha lasciato in eredità sprechi di risorse umane ed economiche, una Sanità che ha devastato tutto ciò che era devastabile, un territorio idrogeologico esposto un giorno sì e un altro anche alle emergenze. Ma anche se l’Italia crolla i loro scranni sono sicuri!
Mi fa paura perché la sinistra è attraversata da un ‘odio seriale’, ovvero tutto ciò che non rientra nei suoi canoni deve essere espulso e distrutto. Per questo non fanno che auspicare (e, a volte, fomentare e amplificare) quelle che sono le contraddizioni interne ad ogni coalizione di governo (che non sia il loro).
Ho paura della sinistra perché è disposta a mantenere un paese povero (ovviamente aiutato da sussidi), perché attraverso la povertà e il bisogno di dipendenza da uno Stato elargitore di elemosine, è più facile da manovrare. Perfino Papa Francesco ha sottolineato che l’assistenzialismo è “un anestetico per la povertà e non la sua cura”!
Ho paura della sinistra perché attraverso un suo capillare mainstream elude le vere informazioni trasformando i messaggi relativi all’andamento economico e sociale in un coacervo di contraddizioni. E non solo per quanto riguarda la politica italiana ma anche per quella estera.
Vediamo, ad esempio, come vengono gestite le notizie su Putin. Quando è scoppiata la guerra, i ‘giornaloni’ preconizzavano l’invasione dell’Ucraina, Kiev rasa al suolo, l’espansiva marcia imperialista russa che avrebbe dominato l’Europa (“oggi tocca all’Ucraina, domani toccherà a voi”, tuonava Zelenskij!). Di fronte a questa apocalittica minaccia il mondo intero si è spaventato e ha attivato le sue massicce difese. Quando ciò non si è verificato (perché non era nelle intenzioni di Putin!) l’Armata Rossa venne derisa come l’Armata lessa”, senza tuttavia impedire la propaganda che… vabbè… non avevano invaso un bel niente… ma i soldati russi erano crudelissimi e quindi si scovavano a giorni alterni massacri contro civili e crudeltà abominevoli tali da essere rubricate come ‘crimini di guerra’ (come non si sapesse che la guerra, ogni guerra, dà sfogo alle nostre parti più regredite!). Ovviamente l’esercito ucraino, in quanto portatore di una causa ‘giusta’, era esente da queste macchie infami! Il 9 maggio, festa nazionale russa per celebrare la vittoria sul nazismo, tutti i giornaloni anticipavano sulla stampa che Putin avrebbe approfittato di quella occasione per fare un discorso belligerante e gravido di minacce per il mondo intero. Ciò non avvenne e fu tradotto come l’indice di un Putin ammalato (vedi la lettura sul plaid che si mette sulle ginocchia - in realtà il cappotto - alla grande parata sulla Piazza Rossa!). Oggi tutti accusano Putin di non voler trattare. Ma quando lui dichiara la sua volontà di farlo, Zelenskij risponde che con Putin non tratta. Ma la stampa accusa “Mad Vlad” di non essere quella la sua volontà reale ma lo fa soltanto perché è ridotto al lumicino dalle sanzioni e dalla avanzata ucraina. L’ultima chicca riguarda l’attacco nucleare. C’è un concorso di notizie che allarmano il mondo sulla ritorsione ‘nucleare’ che Putin potrebbe fare per rispondere al sabotaggio del Gasdotto. Visto che non si è mosso in quella direzione ma ha ‘solo’ mandato missili su Kiev e Leopoli ciò allora significa che le sue minacce nucleari ‘da fine di mondo’ (in realtà non le ha mai fatte!), sono un bluff! Ma che è ‘cattivo’ lo stesso perché reagisce!
Ma, secondo voi, è questa l’informazione o non è altro che il palcoscenico sul quale improvvisati attori (Zelenskij in primis) con le vesti di giornalisti o opinionisti recitano una loro guittesca parte? Lo spettacolo osceno riguarda la cosiddetta ‘informazione’ che è diventata ‘deformazione’ a seconda dell’inclinazione politica del suo trasmettitore. Ragion per cui, sulla scena, non appare più la notizia bensì il suo manipolatore che in quel modo gode del suo attimo di celebrità.
Temo dunque questa faziosità di parte dei cui dannosi effetti abbiamo patito durante il Covid. Ad esempio, la Casa Farmaceutica Pfizer non ha mai sostenuto che il vaccino ci avrebbe protetto dal contagio ma che era un valido supporto individuale onde impedire pesanti ripercussioni sull’organismo causate dal virus. Ma ci è stato raccontato altro, creando all’interno della popolazione una caccia primordiale al possibile untore e utilizzando dispositivi, come il green pass, non solo discriminatori a livello di gruppo sociale ma devastanti per lo sviluppo economico.
Ho paura infine che venga fomentato l’estremismo di sinistra perché, come al solito (certi eventi ‘storici’ ce l’hanno insegnato), troverà le giustificazioni appropriate. Infatti, il più grave attacco all’umanità è stato perpetrato attraverso il progressivo annullamento della ‘memoria storica’ intesa nel suo insieme e sostituita invece da una ‘memoria di parte’, individuale, che si è poi generalizzata sulla matrice imposta dai vincitori. Così i “giorni della memoria” costituiranno il ‘rito’ attraverso il quale perpetuare questa operazione di tradimento della verità storica recepita nel suo complesso. Nessuno ha accusato gli USA di crimini di guerra quando in Iraq sparavano contro le colonne di civili inermi in fuga. La loro era una guerra ‘giusta’ e quelli erano soltanto ‘effetti collaterali’! Nessuno ha portato davanti a qualche tribunale gli USA che nel Vietnam hanno massacrato i civili con il napalm! Il loro compito era quello di salvare i soldati americani! Ma chi li aveva mandati lì?
Per questo posso capire il senso di “vertigine” di cui la senatrice Liliana Segre ha parlato nel suo intervento l’altro giorno al Senato ricordando il centenario della ‘marcia su Roma’ (ogni riferimento alla vittoria della destra è espressamente intenzionale!).
E sono d’accordo quando afferma: “Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date 'divisive' anziché con autentico spirito repubblicano?”
Con tutto il rispetto per la sofferenza patita dalla Signora Segre, perchè, per ‘par condicio’, non cita anche che nel 2015 il regime “democratico” dell’Ucraina ha abolito la festa del 9 maggio (equivalente al nostro 25 aprile), che celebrava la sconfitta del nazismo, momento che ha avuto una valenza mondiale, decidendo invece di festeggiare il compleanno di Stepan Bandera come ricorrenza patriottica nazionale? Quel Bandera, eroe dei nazionalisti ucraini, messo nel 1944 da Hitler a capo di un governo fantoccio e organizzatore di terrorismo in Ucraina dopo la sconfitta della Germania? Certamente in Ucraina era in ballo una resa dei conti squisitamente nazionale e l’ “eroe” Bandera rappresentava la liberazione dalla influenza sovietica! Ma questo divieto a celebrare il Giorno della Vittoria contro il nazifascismo (previlegiando al suo posto un episodio locale) non può che tristemente rappresentarci la miopia (reale o indotta?) di un Paese che contrappone il suo ‘particulare’ a qualcosa che riguarda tutti! Che credenziali può dare un governo siffatto? Ma non è finita qui. Nel 2015 il Parlamento ucraino ha approvato una legge per vietare l’attività del partito comunista in Ucraina e l’uso di simboli comunisti. All’U.R.S.S., per quanto potenza vincitrice nella 2^ guerra mondiale, non fu mai perdonato il fatto di essere un Paese ‘comunista’ (e questa ‘macchia’ se la porta con sé tutt’ora nonostante quell’attribuzione abbia perso, già da molti decenni, il suo significato originale). Ma è sempre stato un utile specchietto per le allodole per sollecitare, al pari del nazismo (al quale erroneamente – ma funzionalmente – lo si accomuna) delle ostilità legate a due modelli diversi di sviluppo economico.
Ma tornando alla Segre e sempre per ‘par condicio’, nel richiamare la Shoa, perché non viene ricordato l’Olocausto perpetrato dall’Ucraina la quale, alleandosi alla Germania Hitleriana all’interno dello scontro contro l’URSS, concorse allo sterminio di migliaia e migliaia di ebrei? Il revanchismo ucraino contro l’U.R.S.S. giustificava l’alleanza con Hitler e i massacri di ebrei e russi?
Il più famigerato massacro di ebrei in Ucraina avvenne nel burrone di Babine nei pressi di Kiev, dove 33.771 ebrei furono uccisi in un'unica operazione il 29 e 30 settembre 1941. Nelle settimane successive furono uccisi anche da 100 000 a 150 000 cittadini sovietici. L'uccisione di massa degli ebrei a Kiev fu approvata dal governatore militare maggiore generale Friedrich Eberhardt, dal Comandante della Polizia per le Armate del gruppo Sud e dal comandante dell'Einsatzgruppen C, Otto Rasch. Fu effettuato da un misto di SS, SD e polizia di sicurezza. Quegli ebrei non ricordati sono forse ebrei di serie B?
E l’Ucraina ancor oggi annovera nazisti al suo interno. L’Ucraina continua ad avere reparti militari inquadrati nell’esercito nazionale dichiaratamente ispirati al nazismo e al suprematismo bianco (Battaglione Azov).
Se il tragico passato dell’Italia viene tenuto presente come monito (“in questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista” dice Liliana Segre), altrettanto dovrebbe avvenire con altre Nazioni. Se non ci si fida del passato dell’Italia e si pensa sempre che possa ritornare, perché ci si dovrebbe fidare dell’Ucraina il cui Presidente Zelenskij continua a chiedere sempre più armi e sovvenzioni? Davvero verranno utilizzate per difendere un Paese aggredito e non invece per altro?
Ed è qui che vengono “le vertigini” a me, perchè non mi basta più la retorica ma i fatti che dimostrano tutt’altre cose.
Marga, 17.10.2022
Io ho paura. Ho paura della ‘sinistra’. Della ideologia della ‘sinistra’. Ho paura di questa sinistra che, non accettando di aver perso nel confronto elettorale, svela qual è il suo concetto di alternanza al governo: “posso passare il potere soltanto a chi decido io, a chi risponde ai miei canoni”.
E’ il potere esercitato per interposta persona! Modello che gli USA tendono ad esportare e hanno importato qui con la loro “liberazione”: più che necessaria, certo, ma con un prezzo da pagare a vita!
Sì. Ho paura degli attacchi intimidatori della sinistra a questo governo che si sta insediando. Sia attraverso minacce denigratorie verso i suoi componenti (non che prima fossero mancate, ma adesso stanno raggiungendo i livelli di guardia) e sia utilizzando slogan la cui portata andrà a mettere in cattiva luce l’Italia stessa. Enrico Letta: “Legislatura partita malissimo con logica incendiaria” (e dopo non lamentiamoci se deve intervenire Mattarella per dire al Governo Francese - che sostiene che “dovremo vigilare sull’Italia” - che siamo in grado di badare a noi stessi!). Una sinistra così sciocca e in malafede che, avendo perso le elezioni, vuole trascinare il Paese nella stessa disfatta! Una sinistra che è stata al potere per una decina di anni senza suffragio popolare ma attraverso beghe di palazzo e che ha lasciato in eredità sprechi di risorse umane ed economiche, una Sanità che ha devastato tutto ciò che era devastabile, un territorio idrogeologico esposto un giorno sì e un altro anche alle emergenze. Ma anche se l’Italia crolla i loro scranni sono sicuri!
Mi fa paura perché la sinistra è attraversata da un ‘odio seriale’, ovvero tutto ciò che non rientra nei suoi canoni deve essere espulso e distrutto. Per questo non fanno che auspicare (e, a volte, fomentare e amplificare) quelle che sono le contraddizioni interne ad ogni coalizione di governo (che non sia il loro).
Ho paura della sinistra perché è disposta a mantenere un paese povero (ovviamente aiutato da sussidi), perché attraverso la povertà e il bisogno di dipendenza da uno Stato elargitore di elemosine, è più facile da manovrare. Perfino Papa Francesco ha sottolineato che l’assistenzialismo è “un anestetico per la povertà e non la sua cura”!
Ho paura della sinistra perché attraverso un suo capillare mainstream elude le vere informazioni trasformando i messaggi relativi all’andamento economico e sociale in un coacervo di contraddizioni. E non solo per quanto riguarda la politica italiana ma anche per quella estera.
Vediamo, ad esempio, come vengono gestite le notizie su Putin. Quando è scoppiata la guerra, i ‘giornaloni’ preconizzavano l’invasione dell’Ucraina, Kiev rasa al suolo, l’espansiva marcia imperialista russa che avrebbe dominato l’Europa (“oggi tocca all’Ucraina, domani toccherà a voi”, tuonava Zelenskij!). Di fronte a questa apocalittica minaccia il mondo intero si è spaventato e ha attivato le sue massicce difese. Quando ciò non si è verificato (perché non era nelle intenzioni di Putin!) l’Armata Rossa venne derisa come l’Armata lessa”, senza tuttavia impedire la propaganda che… vabbè… non avevano invaso un bel niente… ma i soldati russi erano crudelissimi e quindi si scovavano a giorni alterni massacri contro civili e crudeltà abominevoli tali da essere rubricate come ‘crimini di guerra’ (come non si sapesse che la guerra, ogni guerra, dà sfogo alle nostre parti più regredite!). Ovviamente l’esercito ucraino, in quanto portatore di una causa ‘giusta’, era esente da queste macchie infami! Il 9 maggio, festa nazionale russa per celebrare la vittoria sul nazismo, tutti i giornaloni anticipavano sulla stampa che Putin avrebbe approfittato di quella occasione per fare un discorso belligerante e gravido di minacce per il mondo intero. Ciò non avvenne e fu tradotto come l’indice di un Putin ammalato (vedi la lettura sul plaid che si mette sulle ginocchia - in realtà il cappotto - alla grande parata sulla Piazza Rossa!). Oggi tutti accusano Putin di non voler trattare. Ma quando lui dichiara la sua volontà di farlo, Zelenskij risponde che con Putin non tratta. Ma la stampa accusa “Mad Vlad” di non essere quella la sua volontà reale ma lo fa soltanto perché è ridotto al lumicino dalle sanzioni e dalla avanzata ucraina. L’ultima chicca riguarda l’attacco nucleare. C’è un concorso di notizie che allarmano il mondo sulla ritorsione ‘nucleare’ che Putin potrebbe fare per rispondere al sabotaggio del Gasdotto. Visto che non si è mosso in quella direzione ma ha ‘solo’ mandato missili su Kiev e Leopoli ciò allora significa che le sue minacce nucleari ‘da fine di mondo’ (in realtà non le ha mai fatte!), sono un bluff! Ma che è ‘cattivo’ lo stesso perché reagisce!
Ma, secondo voi, è questa l’informazione o non è altro che il palcoscenico sul quale improvvisati attori (Zelenskij in primis) con le vesti di giornalisti o opinionisti recitano una loro guittesca parte? Lo spettacolo osceno riguarda la cosiddetta ‘informazione’ che è diventata ‘deformazione’ a seconda dell’inclinazione politica del suo trasmettitore. Ragion per cui, sulla scena, non appare più la notizia bensì il suo manipolatore che in quel modo gode del suo attimo di celebrità.
Temo dunque questa faziosità di parte dei cui dannosi effetti abbiamo patito durante il Covid. Ad esempio, la Casa Farmaceutica Pfizer non ha mai sostenuto che il vaccino ci avrebbe protetto dal contagio ma che era un valido supporto individuale onde impedire pesanti ripercussioni sull’organismo causate dal virus. Ma ci è stato raccontato altro, creando all’interno della popolazione una caccia primordiale al possibile untore e utilizzando dispositivi, come il green pass, non solo discriminatori a livello di gruppo sociale ma devastanti per lo sviluppo economico.
Ho paura infine che venga fomentato l’estremismo di sinistra perché, come al solito (certi eventi ‘storici’ ce l’hanno insegnato), troverà le giustificazioni appropriate. Infatti, il più grave attacco all’umanità è stato perpetrato attraverso il progressivo annullamento della ‘memoria storica’ intesa nel suo insieme e sostituita invece da una ‘memoria di parte’, individuale, che si è poi generalizzata sulla matrice imposta dai vincitori. Così i “giorni della memoria” costituiranno il ‘rito’ attraverso il quale perpetuare questa operazione di tradimento della verità storica recepita nel suo complesso. Nessuno ha accusato gli USA di crimini di guerra quando in Iraq sparavano contro le colonne di civili inermi in fuga. La loro era una guerra ‘giusta’ e quelli erano soltanto ‘effetti collaterali’! Nessuno ha portato davanti a qualche tribunale gli USA che nel Vietnam hanno massacrato i civili con il napalm! Il loro compito era quello di salvare i soldati americani! Ma chi li aveva mandati lì?
Per questo posso capire il senso di “vertigine” di cui la senatrice Liliana Segre ha parlato nel suo intervento l’altro giorno al Senato ricordando il centenario della ‘marcia su Roma’ (ogni riferimento alla vittoria della destra è espressamente intenzionale!).
E sono d’accordo quando afferma: “Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date 'divisive' anziché con autentico spirito repubblicano?”
Con tutto il rispetto per la sofferenza patita dalla Signora Segre, perchè, per ‘par condicio’, non cita anche che nel 2015 il regime “democratico” dell’Ucraina ha abolito la festa del 9 maggio (equivalente al nostro 25 aprile), che celebrava la sconfitta del nazismo, momento che ha avuto una valenza mondiale, decidendo invece di festeggiare il compleanno di Stepan Bandera come ricorrenza patriottica nazionale? Quel Bandera, eroe dei nazionalisti ucraini, messo nel 1944 da Hitler a capo di un governo fantoccio e organizzatore di terrorismo in Ucraina dopo la sconfitta della Germania? Certamente in Ucraina era in ballo una resa dei conti squisitamente nazionale e l’ “eroe” Bandera rappresentava la liberazione dalla influenza sovietica! Ma questo divieto a celebrare il Giorno della Vittoria contro il nazifascismo (previlegiando al suo posto un episodio locale) non può che tristemente rappresentarci la miopia (reale o indotta?) di un Paese che contrappone il suo ‘particulare’ a qualcosa che riguarda tutti! Che credenziali può dare un governo siffatto? Ma non è finita qui. Nel 2015 il Parlamento ucraino ha approvato una legge per vietare l’attività del partito comunista in Ucraina e l’uso di simboli comunisti. All’U.R.S.S., per quanto potenza vincitrice nella 2^ guerra mondiale, non fu mai perdonato il fatto di essere un Paese ‘comunista’ (e questa ‘macchia’ se la porta con sé tutt’ora nonostante quell’attribuzione abbia perso, già da molti decenni, il suo significato originale). Ma è sempre stato un utile specchietto per le allodole per sollecitare, al pari del nazismo (al quale erroneamente – ma funzionalmente – lo si accomuna) delle ostilità legate a due modelli diversi di sviluppo economico.
Ma tornando alla Segre e sempre per ‘par condicio’, nel richiamare la Shoa, perché non viene ricordato l’Olocausto perpetrato dall’Ucraina la quale, alleandosi alla Germania Hitleriana all’interno dello scontro contro l’URSS, concorse allo sterminio di migliaia e migliaia di ebrei? Il revanchismo ucraino contro l’U.R.S.S. giustificava l’alleanza con Hitler e i massacri di ebrei e russi?
Il più famigerato massacro di ebrei in Ucraina avvenne nel burrone di Babine nei pressi di Kiev, dove 33.771 ebrei furono uccisi in un'unica operazione il 29 e 30 settembre 1941. Nelle settimane successive furono uccisi anche da 100 000 a 150 000 cittadini sovietici. L'uccisione di massa degli ebrei a Kiev fu approvata dal governatore militare maggiore generale Friedrich Eberhardt, dal Comandante della Polizia per le Armate del gruppo Sud e dal comandante dell'Einsatzgruppen C, Otto Rasch. Fu effettuato da un misto di SS, SD e polizia di sicurezza. Quegli ebrei non ricordati sono forse ebrei di serie B?
E l’Ucraina ancor oggi annovera nazisti al suo interno. L’Ucraina continua ad avere reparti militari inquadrati nell’esercito nazionale dichiaratamente ispirati al nazismo e al suprematismo bianco (Battaglione Azov).
Se il tragico passato dell’Italia viene tenuto presente come monito (“in questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista” dice Liliana Segre), altrettanto dovrebbe avvenire con altre Nazioni. Se non ci si fida del passato dell’Italia e si pensa sempre che possa ritornare, perché ci si dovrebbe fidare dell’Ucraina il cui Presidente Zelenskij continua a chiedere sempre più armi e sovvenzioni? Davvero verranno utilizzate per difendere un Paese aggredito e non invece per altro?
Ed è qui che vengono “le vertigini” a me, perchè non mi basta più la retorica ma i fatti che dimostrano tutt’altre cose.
Marga, 17.10.2022