Fin da bambina, ho sempre avuto una passione per l'estetica dark, i film del terrore e tutto quel filone mistery che permea certi libri, serie TV, film.
Ero quindi una fan di Sabrina Spellman, la famiglia Addams, Buffy, Streghe e chi più ne ha, ne metta.

Di recente, Netflix ha scelto di sfornare serie TV basate su personaggi degli anni '90 e primi 2000 entrati nel cuore dei trenta-quarantenni attuali, soprattutto di tutte quelle ragazzine outsider o "strambe" che avevano reali difficoltà a essere accettate nel loro ambiente sociale e che, quindi, potevano sentirsi rappresentate da tutte quelle eroine in perenne conflitto con il modello di ragazza popolare, che rappresentava, in realtà, il conformismo adolescenziale.

Ho guardato con occhio interessato, ma critico, sia "Le terrificanti avventure di Sabrina Spellman", più fedele al fumetto della sit-com con cui sono cresciuta, che la prima stagione di Mercoledì.
La sensazione generale è che queste due figure siano sovrapponibili. Non nel carattere - non potrebbero essere più diverse -, quanto nel fatto che entrambe sembrano rappresentare delle Mary Sue al contrario.

Riporto dal sito discorsivo.it :

"La Mary Sue di Paula Smith sbertuccia le caratteristiche del tipico personaggio da fanfiction adolescenziale: una ragazza giovanissima, bellissima, amata da tutti, straordinariamente precoce e capace di raggiungere vette di perfezione precluse a chiunque prima di lei, e sostanzialmente priva di difetti."

La Sabrina e la Mercoledì di Netflix sono giovanissime, bellissime ed essenzialmente delle ragazze prodigio. I loro difetti vengono presentati come pregi e, quando emergono, vengono sostanzialmente smussati o progressivamente amputati per far sì che il personaggio non perda mai la sua desiderabilità.

Ho visto la serie su Sabrina uno o due anni fa, quella su Mercoledì ho deciso di guardarla in questi giorni e l'ho finita ieri. Voglio concentrarmi, infatti, su Mercoledì, di cui ho una memoria migliore.

Mercoledì targata Netflix mantiene alcuni tratti di quella interpretata da Christina Ricci, con una sostanziale differenza: la Mercoledì di Christina Ricci era pienamente se stessa, col risultato che alcuni aspetti del suo carattere risultavano realmente raccapriccianti e intollerabili.

Nella serie TV, in cui a interpretare Mercoledì è Jenna Ortega, viene fatto percepire che questa ragazzina ormai sedicenne non va bene per com'è, ma deve amalgamarsi al contesto sociale di cui entra a far parte.
Sì, figo il fatto che abbia tratti antisociali, ma non deve manifestarli davvero o per troppo tempo, quanto mantenere una posa lugubre con cui apparire interessante agli occhi degli altri.

Altro aspetto: Mercoledì è carina. Non c'è nulla di male, anzi! Lo era anche quella di Christina Ricci.
Ma la Mercoledì della Ricci non incantava tutti al solo passaggio, e come unico corteggiatore aveva un ragazzino occhialuto e magrolino, il classico sfigato bullizzato da tutti, che rivede in lei una sua simile, proprio perché entrambi vengono accuratamente evitati da tutte le persone "normali".

La Mercoledì di Netflix vive un triangolo sentimentale con due ragazzi che la adorano. Va be', c'è lo stratagemma della scuola per ragazzi strani (vampiri, licantropi, gente che sa usare la telecinesi), quindi ci sta pure che piaccia ai suoi simili.
Ma c'è una scena che, secondo me, è significativa del fatto che la Mercoledì dei nostri tempi non possa più rappresentare una parte della fauna femminile adolescenziale che, per limiti propri o emarginazione altrui, non riesce a vivere serenamente tra i coetanei.

Ballo della scuola. Anche se è una scuola di strambi e mostri, il fatto che tu sia fuori o dentro la comunità è certificato dalla tua presenza al ballo, ovviamente in compagnia di un accompagnatore.
L'unico personaggio realmente sfigato della serie è Eugene, un ragazzino occhialuto, basso e cicciotto, che vuole aiutare la protagonista nella risoluzione di un macabro mistero che grava sulla città. Si accordano per ritrovarsi, la sera del ballo, nel bosco. Mercoledì si ritrova con ben due ragazzi che vogliono accompagnarla, quindi decide di andare con uno di loro, dimenticandosi dell'impegno con Eugene.

È nell'espressione delusa e smarrita di Eugene che un vero outsider si riconosce, in quel senso di esclusione che si ripresenta perfino di fronte a chi, in origine, rappresentava davvero un modello di ragazzina vicino alle proprie corde e alla propria condizione.

Il motivo per cui una ragazza, oggi, può passare dal sentirsi come Mercoledì a sentirsi Barbie è perché ogni personaggio femminile "forte" (qualsiasi cosa voglia dire) non ha una sua vera e reale personalità, ma, a parte un'estetica estremamente curata, che, ahimè, non ha niente a che fare con la sostanza, è formato esattamente sugli stessi parametri di tutti gli altri.

Non sto neanche a lamentarmi dell'ideologia woke dominante e palese e contro cui la vera Mercoledì si sarebbe certamente scagliata, perché ormai è talmente scontata e pervasiva da risultare stucchevole criticarla.

La serie TV è godibile? Sì, se vi concentrate sulla trama e avete consapevolezza che la protagonista che avete amato da ragazzini non ha niente a che vedere con la sua riproposizione odierna. Ci sono ovviamente dei tratti comuni tra le due, ma nella serie attuale sembrano quasi di contorno a un processo di mutazione genetica che mira a rendere tutte uguali le eroine femminili, perché uno solo deve essere il modello: quello made in Netflix.
Come ogni produzione Netflix, lascia sempre l'amaro in bocca.

Comments

Sembra che nella rappresentazione ideologica attuale dei giovani, sia accettabilissimo essere "diversi" o "trasgressivi" in senso gay/lesbico (che poi, sai la trasgressione), ma bisogni ridurre al minimo quella vera trasgressione che è sempre stata l'esclusione per ragioni intellettive, ossia il vivere in un mondo tutto proprio e la capacità di vedere il mondo in modo non assimilabile alla massa. Alla fine, i veri esclusi, che la società attuale, tanto inclusiva, non fa nulla per includere, sono quelli di sempre. Occhialuti, intellettualoidi, sognatori. I geni di domani.
 
Infatti le serie come Buffy giocavano al contrario su un gruppo di esclusi: Buffy, carina ma socialmente pericolosa; Willow, la secchiona guardata con disprezzo dalle ragazze popolari come Cordelia; Xander l'imbranato che usa l'ironia come arma contro il mondo; Giles, l'Osservatore Bibliofilo che si trova a disagio nell'Era dei Computer.
Gli imbecilli woke che pure dicono di adorare questo show non lo hanno capito per niente
 
Buffy era veramente bello, genuino e potevi davvero ritrovarti in almeno uno o più dei componenti del gruppo. Io mi rispecchiavo in Giles e Willow, a parte la mia totale incapacità di capire le materie scientifiche :D
Spero che non si mettano in testa di farne un reboot, è perfetto quello originale.
 

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Mina Vagante
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