Gli ultimi due articoli di Franco Marino mi hanno stimolato una riflessione che vorrei proporvi.
Ciò che non mi tornava, nei suoi giudizi prima sull'operato di Berlusconi Junior rispetto ai programmi trash e poi sull'incendio della Venere di stracci, era una diversa valutazione delle due azioni, a mio parere motivate dallo stesso spirito: rimuovere il brutto.
Sia la cacciata della D'Urso che il rogo degli stracci hanno riscosso un certo successo nel sentire comune, e fatto scaturire quel sospiro di sollievo che fa dire "Finalmente!". Da anni giravano in rete notizie false sul licenziamento della presentatrice, notizie che hanno alimentato commenti al vetriolo e una speranza che sembrava dover rimanere tale. Da anni subiamo banane attaccate al muro con lo scotch e spacciate per opere dal raffinato gusto artistico.
Di fronte a queste manifestazioni di cialtroneria, il popolo - che non ha totalmente perso il senso del bello e del decoro - ha sempre guardato con entusiasmo e simpatia chi ha cercato di opporvisi.
Ho capito che Marino ne fa una questione di semplice forma: la D'Urso non ha mai preteso di essere quella che non è, non si è mai presentata come divulgatrice culturale, per esempio, quindi è stata coerente nel suo ruolo di regina del trash nazionale. Pistoletto, invece, pretendeva che la sua Venere venisse annoverata tra le opere d'arte ed è per questo che la distruzione della sua opera gode di una legittimità che la cacciata della D'Urso, secondo Marino, non ha.
Io la vedo diversamente, perché non legittimo il brutto tout court, ma vorrei spiegarne il motivo.
Se si parte dall'assunto che tutto, nella comunicazione, è condizionamento, più o meno volontario, la questione è solo una: che tipo di condizionamento intendo operare all'interno della società?
Alla base delle decisioni delle emittenti TV, che non sono assolutamente indipendenti in questo, c'è una scelta: come condizioniamo la gente?
Ci sono condizionamenti che ti elevano e altri che ti abbrutiscono.
Per chi è avviato a un percorso spirituale, questo tema è pane quotidiano, perché riguarda direttamente i meccanismi mentali. Quando inizi a meditare, un bravo maestro ti dice di stare attento a quali immagini o letture far penetrare nel tuo inconscio, perché l'inconscio registra ogni cosa.
Molto banalmente: se ti fai una settimana di horror, probabilmente la tua mente sarà molto inquieta, sospettosa, scatterai per un nonnulla e sarai dominato dalla paura.
Se, invece, passi una settimana a visitare Firenze, starai semplicemente bene, magari rivitalizzato e le tue immagini interiori si rifaranno alle opere di Botticelli.
Se riportiamo questo alla TV, capiamo bene che mesi di programmi trash non danno alcun contributo al proprio animo e, anzi, lo manterranno a un livello di sentimentalismo e bassi istinti tale che la percezione della realtà sarà quella derivata dalle dinamiche presenti in quel genere di programmi.
C'è un motivo se gli uomini della prima repubblica non urlavano nelle interviste, non si sovrapponevano nei confronti pubblici e si rispettavano.
La scelta dei programmi che guardiamo non è totalmente libera, proprio perché l'offerta televisiva dà un ampio spazio al trash e alla propaganda, quindi inevitabilmente condiziona e orienta i nostri gusti, che nel tempo sono stati formati a suon di talk in cui si urla, sciacallaggio giornalistico ed emotività spicciola, che ha estremizzato ancor di più l'atteggiamento verso le problematiche attuali.
Non credo che la TV debba essere rigidamente educativa, ma non sarebbe male se ritenesse dominante, quale elemento comune a ogni programma, il Bello.
Sarebbe sempre un condizionamento, sì, ma positivo per la nostra salute interiore. E chissà che anche l'arte non torni a mostrare il suo vero volto...
Ciò che non mi tornava, nei suoi giudizi prima sull'operato di Berlusconi Junior rispetto ai programmi trash e poi sull'incendio della Venere di stracci, era una diversa valutazione delle due azioni, a mio parere motivate dallo stesso spirito: rimuovere il brutto.
Sia la cacciata della D'Urso che il rogo degli stracci hanno riscosso un certo successo nel sentire comune, e fatto scaturire quel sospiro di sollievo che fa dire "Finalmente!". Da anni giravano in rete notizie false sul licenziamento della presentatrice, notizie che hanno alimentato commenti al vetriolo e una speranza che sembrava dover rimanere tale. Da anni subiamo banane attaccate al muro con lo scotch e spacciate per opere dal raffinato gusto artistico.
Di fronte a queste manifestazioni di cialtroneria, il popolo - che non ha totalmente perso il senso del bello e del decoro - ha sempre guardato con entusiasmo e simpatia chi ha cercato di opporvisi.
Ho capito che Marino ne fa una questione di semplice forma: la D'Urso non ha mai preteso di essere quella che non è, non si è mai presentata come divulgatrice culturale, per esempio, quindi è stata coerente nel suo ruolo di regina del trash nazionale. Pistoletto, invece, pretendeva che la sua Venere venisse annoverata tra le opere d'arte ed è per questo che la distruzione della sua opera gode di una legittimità che la cacciata della D'Urso, secondo Marino, non ha.
Io la vedo diversamente, perché non legittimo il brutto tout court, ma vorrei spiegarne il motivo.
Se si parte dall'assunto che tutto, nella comunicazione, è condizionamento, più o meno volontario, la questione è solo una: che tipo di condizionamento intendo operare all'interno della società?
Alla base delle decisioni delle emittenti TV, che non sono assolutamente indipendenti in questo, c'è una scelta: come condizioniamo la gente?
Ci sono condizionamenti che ti elevano e altri che ti abbrutiscono.
Per chi è avviato a un percorso spirituale, questo tema è pane quotidiano, perché riguarda direttamente i meccanismi mentali. Quando inizi a meditare, un bravo maestro ti dice di stare attento a quali immagini o letture far penetrare nel tuo inconscio, perché l'inconscio registra ogni cosa.
Molto banalmente: se ti fai una settimana di horror, probabilmente la tua mente sarà molto inquieta, sospettosa, scatterai per un nonnulla e sarai dominato dalla paura.
Se, invece, passi una settimana a visitare Firenze, starai semplicemente bene, magari rivitalizzato e le tue immagini interiori si rifaranno alle opere di Botticelli.
Se riportiamo questo alla TV, capiamo bene che mesi di programmi trash non danno alcun contributo al proprio animo e, anzi, lo manterranno a un livello di sentimentalismo e bassi istinti tale che la percezione della realtà sarà quella derivata dalle dinamiche presenti in quel genere di programmi.
C'è un motivo se gli uomini della prima repubblica non urlavano nelle interviste, non si sovrapponevano nei confronti pubblici e si rispettavano.
La scelta dei programmi che guardiamo non è totalmente libera, proprio perché l'offerta televisiva dà un ampio spazio al trash e alla propaganda, quindi inevitabilmente condiziona e orienta i nostri gusti, che nel tempo sono stati formati a suon di talk in cui si urla, sciacallaggio giornalistico ed emotività spicciola, che ha estremizzato ancor di più l'atteggiamento verso le problematiche attuali.
Non credo che la TV debba essere rigidamente educativa, ma non sarebbe male se ritenesse dominante, quale elemento comune a ogni programma, il Bello.
Sarebbe sempre un condizionamento, sì, ma positivo per la nostra salute interiore. E chissà che anche l'arte non torni a mostrare il suo vero volto...