Il fenomeno dei Maneskin ha rilanciato l'immagine della musica italiana nel mondo, che si è scoperta poco italiana e molto vintage. Chi infatti è avvezzo all'ascolto di musica rock non trova, nei Maneskin, alcun elemento di novità rispetto agli esempi illustri delle ultime decadi del Novecento.
Possono scandalizzare, come è stato dimostrato, solo il pubblico sanremese, composto perlopiù da nostalgici ex sessantottini e una piccola percentuale di nuove generazioni che non ha mai sentito parlare di Rolling Stones, AC/DC, Led Zeppelin, Jimi Hendrix e tutti quei musicisti che hanno dato lustro al genere.
Ma soprattutto parte del successo dei Maneskin è dovuto a due dei suoi membri: in primis Damiano, che soddisfa gli ultimi colpi di libido del genere femminile (moltissime sue fan hanno superato i quarant'anni) e poi Victoria, amata da entrambi i sessi, un po' perché modello della ragazza ribelle e un po' perché attraente per pubblico maschile e lesbico.
Damiano è stato assurto, come si evince dall'articolo, a nuovo modello maschile, ormai distante dai machoman degli anni Ottanta, ma anche dal modello del principe azzurro o del nobile cavaliere.
Damiano altro non è che un prodotto di quel potere che mira a destrutturare la componente virile dell'uomo, che è proprio quella che dà all'uomo la sua specificità e lo distingue dalla controparte femminile.
Si parte da un'estetica precisa, che progressivamente ha reso più brutto lo stesso Damiano, per arrivare a un'immagine che vuole essere sostanziale e restituire il modello di un cosiddetto "ragazzo soia", sempre e comunque solidale con le donne, fino alla sottomissione. Gli abiti che richiamano il bondage propagandano una sessualità slegata dall'aspetto sentimentale, morale ed emotivo e, in combinazione coi testi sempre più superficiali della band, acuiscono il messaggio per cui si è "liberi" di essere e fare ciò che si vuole, senza vincoli etici, se non quelli fasulli imposti dall'ideologia transumanistica.
Quindi va bene Damiano che salva gattini con la sua ragazza "dolcemente complicata", affetta da malattie chic che non intaccano la sua immagine sempre impeccabile e, al tempo stesso, la fanno sentire un essere unico e speciale. Va bene Damiano fluido, che indossa gonne, guepiere e negligé di pizzo nero, apparendo quasi più femminile di Victoria (sarà per questo che si esibisce in topless?) e soprattutto va bene Damiano mezzo nudo, che solletica molto più spesso la fantasia di donne che potrebbero esserne le madri o le zie, presentandosi con quell'aspetto da bello e dannato che non trova il suo posto nel mondo, nonostante tappeti rossi e ponti d'oro lo accolgano in ogni dove.
Insomma, Damiano va bene in tutte le vesti, meno che in quelle veramente maschili. Sia mai che diventi un modello da imitare anche per tutti quei ragazzi che ambiscono a divenire uomini!
Possono scandalizzare, come è stato dimostrato, solo il pubblico sanremese, composto perlopiù da nostalgici ex sessantottini e una piccola percentuale di nuove generazioni che non ha mai sentito parlare di Rolling Stones, AC/DC, Led Zeppelin, Jimi Hendrix e tutti quei musicisti che hanno dato lustro al genere.
Ma soprattutto parte del successo dei Maneskin è dovuto a due dei suoi membri: in primis Damiano, che soddisfa gli ultimi colpi di libido del genere femminile (moltissime sue fan hanno superato i quarant'anni) e poi Victoria, amata da entrambi i sessi, un po' perché modello della ragazza ribelle e un po' perché attraente per pubblico maschile e lesbico.
Damiano è stato assurto, come si evince dall'articolo, a nuovo modello maschile, ormai distante dai machoman degli anni Ottanta, ma anche dal modello del principe azzurro o del nobile cavaliere.
Damiano altro non è che un prodotto di quel potere che mira a destrutturare la componente virile dell'uomo, che è proprio quella che dà all'uomo la sua specificità e lo distingue dalla controparte femminile.
Si parte da un'estetica precisa, che progressivamente ha reso più brutto lo stesso Damiano, per arrivare a un'immagine che vuole essere sostanziale e restituire il modello di un cosiddetto "ragazzo soia", sempre e comunque solidale con le donne, fino alla sottomissione. Gli abiti che richiamano il bondage propagandano una sessualità slegata dall'aspetto sentimentale, morale ed emotivo e, in combinazione coi testi sempre più superficiali della band, acuiscono il messaggio per cui si è "liberi" di essere e fare ciò che si vuole, senza vincoli etici, se non quelli fasulli imposti dall'ideologia transumanistica.
Quindi va bene Damiano che salva gattini con la sua ragazza "dolcemente complicata", affetta da malattie chic che non intaccano la sua immagine sempre impeccabile e, al tempo stesso, la fanno sentire un essere unico e speciale. Va bene Damiano fluido, che indossa gonne, guepiere e negligé di pizzo nero, apparendo quasi più femminile di Victoria (sarà per questo che si esibisce in topless?) e soprattutto va bene Damiano mezzo nudo, che solletica molto più spesso la fantasia di donne che potrebbero esserne le madri o le zie, presentandosi con quell'aspetto da bello e dannato che non trova il suo posto nel mondo, nonostante tappeti rossi e ponti d'oro lo accolgano in ogni dove.
Insomma, Damiano va bene in tutte le vesti, meno che in quelle veramente maschili. Sia mai che diventi un modello da imitare anche per tutti quei ragazzi che ambiscono a divenire uomini!