La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Il punto di rottura con il capitalismo sembra passare per un rifiuto del sistema economico trans-nazionale che avvolge il mondo (globalizzazione).
In questo, concordo con Wallerstein che la soluzione nazionalista e quella socialista sono affini e per decenni si sono corteggiate reciprocamente, perché il nemico comune era il mercato globale. Qualsiasi Stato (forse ancor di più se rivoluzionario) deve venire a patti con la realtà e questo implica adattarsi (dal diritto internazionale al dogma produttivista). Vi sono, inoltre, dei problemi che non possono essere risolti localmente: l'esplosione di una centrale nucleare contaminerà anche i vicini, ecc.
In qualche modo, le vie nazionali al socialismo -non a caso dei grandi successi NON europei- sono state il tentativo più serio in questa direzione. Far parte del mercato mondiale, richiede accettare i vincoli del sistema-mondo e quindi l'adesione a un modello capitalista, almeno macro.
Questo non vuol dire che il socialismo sia in assoluto impossibile, ma che praticarlo renda dei pària internazionali. Uno Stato socialista finirebbe isolato, non potrebbe contrarre debiti o contare su commercio e turismo, sarebbe screditato (con propaganda fondata su valori altrui), messo sotto embargo, probabilmente attaccato militarmente, descritto come una prigione a cielo aperto.
Insomma, non è facile convincere i propri cittadini a combattere il sistema-mondo, perché richiede isolamento, unione, devozione alla causa e soprattutto una rivoluzione permanente, la necessità di resistere.
In questo, mi ha molto colpito il ruolo degli ultimissimi semi-cacciatori-raccoglitori. Gli studi concordano che nelle comunità Inuit l'approccio monetario abbia un certo peso, ma concordano anche che la produzione domestica e l'auto-produzione alimentare abbiano ancora un gran peso.
Essere Inuit non è solo esser nati tali, ma conservare un bagaglio e una rete di conoscenze e affetti che mette in relazione l'individuo agli altri, a determinati luoghi, storie, animali, utensili.
L'appartenenza al gruppo è data dalla collaborazione, dalla caccia, dalla conoscenza delle piante e dell'ambiente; in questa prospettiva le conoscenze culturali permettono la partecipazione alla vita economica e comunitaria e come tali costituiscono un fattore di resistenza alla globalizzazione tecno-capitalista.
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