La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Sull'utilità della storia
Ultimamente sto riflettendo molto sulla natura del potere e sulla sua formazione. Una genealogia del potere costituito nelle sue manifestazioni: economica (capitalismo), epistemologica (tecnica), politica (Stato), è necessaria per un approccio critico e per rifondare quegli elementi di teoria critica che oggi mancano.
Non basta vedere cosa non funziona, dobbiamo anche capire come siamo arrivati al giorno d'oggi. La società odierna non ha solo aspetti negativi, basti pensare alla longevità o alla qualità della vita; mi scoccia essere descritto come anti-occidentale o anti-moderno, non è questo che sono. Le mie ambizioni sono, da buon erede di Marx, dialettiche (tesi-antitesi-sintesi). Marx ci insegna che la vita sociale è un processo dialettico (dinamico) che procede attraverso una serie di contrasti.
Ritengo anche che lo strutturalismo e alcuni elementi della teoria dei sistemi ci permettano oggi di affrontare con maggiore lucidità le dinamiche sociali.
Ad esempio, non è di poco conto scoprire che il potere nelle società tribali amazzoniche sia osteggiato attivamente dalla comunità (Clastres) o che l'economia preistorica fosse frugale, ma non povera (Sahlins), che l'Afraeurasia sia stato un grande sistema socio-economico (Goody, Arrighi, Braudel).
L'idea che lentamente emerge dal lavoro di questi giganti è che una serie di cicli ha coinvolto i membri della nostra specie (o di tutta la famiglia Homo) sin dai tempi preistorici nell'area Afroeuroasiatica (quella di maggior diffusione), che a un certo punto per qualche motivo questi individui cominciarono ad avere comportamenti sempre più complessi: qui la linea si divide, la teoria classica è che l'agricoltura spinse la complessità; ma i siti come Gobekli Tepe iniziano a suggerirci che prima partirono comportamenti complessi e poi l'agricoltura, forse per rispondere alla maggiore densità umana.
Questo momento è quello che viene chiamata Rivoluzione Neolitica, preceduta dalla Rivoluzione Cognitiva; il nostro modello concentrato sull'idea di progresso-rotture tende a vedere tutto come rivoluzione, non importa se magari ci sono voluti 10.000 anni.
Lentamente la vita urbana, l'agricoltura e la gerarchia hanno creato i primi poteri simil-statali e qui l'aspetto interessante è che il pensiero astratto ha reso possibile creare grandi idee universali: i primi imperi e le religioni della salvezza.
Questa afflato universalista è spesso diventato il cappello morale del potere (economico, epistemologico e politico), i diritti umani e la democrazia di oggi sono i figli del fardello dell'uomo bianco e del buon governo degli Assiri.
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