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Il 1 gennaio del 2024, sei nuovi membri entreranno a far parte dei BRICS.
I nuovi aderenti saranno: Arabia Saudita, Iran, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Argentina.
Siamo davanti al fallimento della strategia USA in Medio Oriente e America Latina, ma anche davanti ad una serie di cambiamenti di equilibri nell'organizzazione.
L'allargamento è stato particolarmente caldeggiato dal duetto euroasiatico russo-cinese del gruppo: Mosca per ""rompere"" l'accerchiamento occidentale e Pechino per il suo evidente vantaggio commerciale ed economico in questa fase. India e Sud Africa hanno tenuto al riguardo linee più caute, forse preferendo concentrarsi nella creazione di una propria area di influenza nel circondario; più reticente il Brasile.
L'ingresso argentino, pur rafforzando nel complesso la scelta di autonomia di Brasilia rispetto al dollaro e all'ordine internazionale USA, ne pone in discussione il ruolo privilegiato come interlocutore in Sud America (facendo entrare un membro ispanofono e quindi facilitato a creare una propria sfera di influenza nell'area).
Il Brasile sembra quindi subire questa adesione, come a suo tempo l'India subì quella sudafricana (non per ostilità verso il paese africano, quanto per il tentativo cinese di subentrare alle influenze di Nuova Delhi nella regione). Per concludere basti ricordare gli investimenti cinesi in Argentina: nucleare, aereonautica, agricoltura, pesca, ferrovie (Argentina porta dell'Antartide e di uno dei mari più pescosi del mondo, non dimentichiamolo). Formalmente il Brasile ha spinto l'adesione di Buenos Aires, bisogna capire se non si tratti di una strategia di contenimento; il tempo ci dirà.
Ancora più importante l'altra tornata di ingressi, in particolare quella del mondo arabo: Arabia Saudita, Iran e Emirati Arabi Uniti, i rivali nell'area del Golfo. Da decenni (da dopo la rivoluzione khomeinista), gli USA hanno coltivato la rivalità saudita-iraniana, cavalcando differenze millenarie tra le due regioni e la divisione sunniti-sciiti. Questo quadro è crollato dopo che a Pechino, i due paesi hanno riaperto le relazioni diplomatiche, scongelando una rivalità decennale; in qualche modo la Cina è riuscita a crare la pace nell'area e a creare una sorta di benevola influenza che ricorda molto il periodo di egemonia USA nella regione precedente la caduta dello scià. Lo stesso ingresso degli Emirati Arabi Uniti suona male per per la Casa Bianca, che perde un altro bastione e emporio finanziario di primo ordine.
L'Egitto non è di minor peso, trattandosi del controllore del Canale di Suez e quindi dei traffici internazionali, affacciato sul Mediterraneo e sul Mar Rosso (porta dell'Oceano Indiano).
In ordine analogo va inserita l'Etiopia, uno degli hub principali del traffico aereo e commerciale cinese in Africa (questo assieme al Kenya). Questa ondata di ingressi di area medio-orientale e Mar Rosso fa presagire un maggior peso cinese, perché sembrano ricalcare sia lo scardinamento dell'ordine USA in Medio Oriente, sia la Via della Seta marittima.
Non è tutto oro quel che luccica, come dicevamo i nuovi ingressi potrebbero aumentare i fenomeni dialettici nel gruppo e quindi anche attriti. Inoltre, alcuni di questi Stati potrebbero diventare i cavalli di Troia di interessi USA e quindi condannare a una sorta di immobilismo l'organizzazione.
Come ci ricorda, inoltre, la frattura degli anni '70 tra Arabia Saudita e Iran, quando entrambe i paesi erano alleati e vicini all'Occidente (e anzi lo reggevano attraverso la questione petrodollari), ci sono dinamiche locali che giocano in modo libero e che possono ribaltare anche il miglior ordine internazionale. Oggi la Cina è in ascesa e ha un grande potenziale di controllo, ma la rivalità sciiti-sunniti, Persia-Arabia, islam-manichei ricalca una rivalità millenaria, che difficilmente può essere riassorbita da qualche stretta di mano (inglesi e statunitensi lo impararono sulla loro pelle).
Nota finale: prendete la cartina, chi c'è tra Etiopia e Egitto e proprio davanti alle coste saudite sul Mar Rosso? Il Sudan, un paese che prima ha avuto il conflitto del Darfur (in cui indirettamente si confrontarono Russia e USA) e che da quattro mesi è di nuovo nel caos. Cosa ci sfugge sul Mar Rosso?
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