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Il forum dei patrioti italiani

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Giorni fa, parlavamo del rapporto tra nascita delle prime istituzioni governative e metafore animali (dedicando uno sguardo all'orso).
Il potere si sarebbe formalizzato attraverso una serie di pratiche culturali tese a escluderlo dal mondo umano. Retaggi di questo processo resterebbero nella mitologia (l'idea che uno degli imperatori mitologici cinesi potesse tramutarsi o ballare come un orso; ma anche il primo re del Joseon, Corea, Dangun figlio di un'orsa diventata umana).
Perché costruire grandi tombe megalitiche o monumenti immensi se non per festeggiare il potere e renderlo evidente? Ricordarlo a cittadini riottosi e non abituati a un'autorità?
Tra le altre fonti che cito spesso, vi sono i lavori Clastres sull'Amazzonia. Il "capo" doveva combattere per primo (in guerra permanente), spesso gli era permessa la poligamia (con il dovere di sfamare più mogli), era tenuto ad arringare il gruppo che non lo ascoltava. In molte comunità nordamericane abbiamo visto che il leader spesso era il più generoso (doni; distruzione della propria ricchezza in feste spettacolari), in altri contesti abbiamo visto l'astuzia e l'oratoria prevalere sulla forza bruta.
La possibilità di violare i tabù sessuali era spesso associata al potere (poligamia o incesto), questo poneva il titolare fuori dalla comunità, ma a stupire è lo svantaggio che questi due stili riproduttivi assicuravano:
- La poligamia imponeva di mantenere più mogli e figli;
- L'incesto dava una prole gracile, con disturbi psicofisici.
Zhuang-zi, figura centrale del taoismo, distingue tra il respiro della gente comune (che respira con la bocca) e quello dei saggi (che respirano con il corpo). Parla della danza di imitazione del mondo animale attraverso la quale sbloccherebbe la circolazione del respiro corporeo. Su questo approccio si fonda l'idea taoista di uomo e del rapporto uomo-natura; il saggio ambisce a ripristinare un equilibrio smarrito (da qui il non agire).
Oggi, le nozioni della più semplice biologia ci dicono che Homo Sapiens è un animale come tutti, soggetto a tutte le leggi di natura, tanto quanto una mangrovia, un calabrone o un buco nero; ma nel mondo antico si conservava un trauma in cui l'uomo iniziò a percepirsi come Altro.
Alcuni fanno risalire questa rottura alla nascita della parola o del pensiero, altri alla coscienza, all'agricoltura, alla religione o al lavoro (anche la Genesi si mette in questo filone). La vulgata pone questi fatti in una linea, creando un rapporto causa-effetto.
Anche le antichità medio-orientali sono piene di segni del rapporto potere-animale: pensate alle rappresentazioni di leoni lasciateci dagli Assiri.
Inizia a balenarmi l'idea che la società abbia tentato di resistere alla centralizzazione del potere, deumanizzandolo, prima attraverso metafore animali e poi attraverso la religione e la monumentalizzazione.
Solo secoli e secoli di irreggimentazione, capitalismo e "modernità", ci resero i domestici abitatori del mondo presente.
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