La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Una delle caratteristiche principali della nostra specie (o almeno della famiglia Homo) è il pensiero astratto, che associato al linguaggio, vuol dire produzione di linguaggio semantico.
Il linguaggio ha assunto col passare dei millenni e dei secoli un valore sempre maggiore nelle comunità. Il linguaggio è diventato giustificazione del potere, ma anche fonte di diritto (basti qui ricordare i primi codici mesopotamici, il diritto romano o il confucianesimo) e come tale di una convivenza regolamentata. Questa regola doveva servire a organizzare in modo sistematico le comunità, non si intuisce se questa sia stata un'esigenza delle comunità stesse (avere delle regole chiare per commerciare, lavorare, ecc) o se sia stata un'istanza partita dal potere (io, re trovo conveniente organizzare la società secondo schemi precisi).
Nel secondo caso saremmo davanti alle origini di quella irregimentazione del corpo sociale che nella moderna società industriale ha trovato massima espressione.
La parola come significante del potere, ma anche della convivenza, della collaborazione e della creatività. Tramite parola qualcuno iniziò a scrivere lettere d'amore, altri poesie, altri testi sacri, qualcuno scrisse "Le mille e una notte" e via discorrendo. La scrittura è un parente stretto della parola e del pensiero astratto; certo, è ben probabile che essa in principio nacque per riportare informazioni pratiche, con pochi simboli: 10 sacchi di grano, 5 vacche... Poi lentamente l'esperimento si estese e chissà che non sia stata proprio la religione a dare la spinta decisiva (copiare e leggere miti sempre più lunghi, potrebbe aver spinto ad aumentare il numero di simboli).
Al momento, le nostre conoscenze si concentrano su un'area di mondo ristretta: Mesopotamia e aree adiacenti (Anatolia, Siria, Palestina, coste iraniane dove si trovava Elam). Sappiamo però per certo che i Sumeri viaggiavano via mare, già in epoca antica e che città erano presenti lungo il Golfo Persico (una tra tutte, Dilmun nell'odierno Bahrain). Lo stesso stretto di mare era forse area di scambi tra Mesopotamia, costa iranica, coste arabica e Valle dell'Indo (a sua volta collegata alle miniere di lapislazzuli in Afghanistan). I più recenti studi per le città dell'Indo ci parlano di quartieri divisi o su base professionale o su base etnica, forse ad origine del successivo sistema castale tipico dell'induismo.
Un mondo di mercanti, con pesi e misure e sistemi di scrittura (tutti elementi astratti e convenzionali), tra cui la scrittura della Valle dell'Indo ancora non interpretata.
La parola e la scrittura assunsero sempre maggior peso: qualcuno iniziò a riportare testi sacri, emanazione divina (dalla Bibbia al Corano), altri iniziarono a scrivere libri di favole, di svago, altri inventarono ballate romantiche poi riportate in libri. L'impatto che queste parole (parlate o scritte) ebbero sulla nostra mente fu enorme. Tempo dopo, siamo arrivati a ipotizzare una cura della parola, la psicoanalisi (forse recuperando una tradizione più antica).
La parola, in ogni contesto, si separò ed assunse toni specifici. In India, ad esempio, si affermò una nuova visione tantrica: una singola frase, col tempo una singola sillaba contenevano tutto l'universo, il solo pensarla o dirla poteva dare poteri prodigiosi. La sillaba "aum", poi ridotta in "om", diventò emblema di questa transizione: ogni lettera corrispondeva a un membro delle triade Brahma, Siva, Visnu. Nello Shiva Sutra, scritto dal grammatico Panini: ogni lettera diventava simbolo di un sakti (dea espressione di potere vitale), parte di un percorso che alla fine riconduceva al nome del dio che assorbiva l'intero universo. L'alfabeto fu identificato con Varna-mala, traducibile in "ghirlanda" o "rosario delle lettere".
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