La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Le indagini sul passato del continente europeo indicano una serie di migrazioni verso il continente sin dalle epoche remote: il Medio Oriente e le coste del Marocco furono i primi luoghi da cui i membri della famiglia Homo giunsero in Europa. Successivamente l'area caspica e delle steppe assunsero un'importanza maggiore: migrazione indoeuropea; migrazione ugrofinnica; successivi spostamenti dei vari Sciti, Sarmati, Cimerri; ondate tardo antiche e medievali di Germani, Slavi, Ungheresi, Bulgari, Mongoli, Turchi.
Dettaglio interessante è che l'antica Europa pre-Neolitica era popolata un gruppo genetico abbastanza omogeneo di cacciatori-raccoglitori, di probabile origine medio-orientale/caucasica, attorno a 48.000 anni fa.
Con l'arrivo del Neolitico, questi furono gradualmente rimpiazzati da raccoglitori-coltivatori (con particolari tecniche della lavorazione della ceramica) arrivati dall'Anatolia. Questi coltivatori introdussero l'agricoltura in Europa non tramite scambi culturali, ma attraverso migrazione, gradualmente i contadini rimpiazzarono i cacciatori con una sorta di sostituzione etnica.
Dettaglio interessante, anche le popolazioni nordafricane furono probabilmente rimpizziate da questo agricoltori anatolici che ridiscesero dalla penisola iberica (nella cui area centro-meridionale divennero dominanti).
Questi coltivatori dopo una prima colonizzazione dei Balcani si divisero in due correnti: una verso l'area mediterranea (Italia, Francia, penisola iberica) e una verso la zona settentrionale.
I cacciatori precedenti furono respinti in aree marginali o si mescolarono con tracce genetiche maggiori in Europa del Nord (e più significativa in area baltica e finnica), diventarono minoritari anche in Irlanda e Regno Unito (anzi in Irlanda si affermò un'elite con DNA prevalentemente dei coltivatori che praticava endogamia e veniva sepolta in tombe megalitiche, di cui abbiamo già parlato in relazione all'affermazione della chefferie; il potere si doveva giustificare con pratiche a-culturali ieratiche: incesto e tombe in pietra).
Oggi il DNA di questi antichi coltivatori è prevalente nell'Europa mediterranea e cala man mano che ci si sposta verso Nord (da loro abbiamo ereditato pelle e occhi scuri, bassa statura), i popoli con tracce maggiori al riguardo sono Baschi e Sardi (in parte risparmiati dall'ondata neolitica dei pastori guerrieri indoeuropei).
La curiosità è che questo antico ceppo sembra sia più affine alla popolazione odierna dell'Europa mediterranea che del Medio Oriente odierno (più contaminato da scambi con Caucaso, steppe e Siberia).
Il trinomio primi cacciatori, agricoltori anatolici e successiva ondata indoeuropea costituisce il mix prevalente dell'attuale patrimonio genetico europeo, con diverse gradazioni da Nord a Sud e alcune specificità locali (isole, aree montane).
Il continente era già popolato, sappiamo dei Neanderthal, di come questi viaggiassero fino alle grotte di Denisova (dove abbiamo trovato ibridi tra le due specie), sappiamo anche che i Sapiens stessi non disdegnarono l'ibridazione (ignoriamo se pacifica o per via di stupri-guerre-genocidicio), abbiamo però due punti certi:
1- L'affermazione Sapiens ha coinciso con una rapida sostituzione dei Neanderthal; forse i Sapiens introdussero capacità di caccia nuove competendo o forse erano più adatti al nuovo ambiente post-glaciale. Per qualche misterioso motivo, i Neanderthal che avevano le nostre stesse capacità comuniticave (gene FOXP2), un pensiero astratto, produzione litica, sepoltura dei morti e probabilmente strumenti musicali, furono rimpiazzati. Dettaglio interessante: non abbiamo tracce di DNA mitocondriale Neanderthal negli uomini moderni, questo si trasmette solo via materna e la sua assenza implica una possibile sterilità di alcuni ibridi (i figli di maschio Sapiens - femmina Neanderthal), ma non il contrario (data la presenza di DNA Neanderthal in percentuali tra 1/2,5% degli attuali euroasiatici, con picchi maggiori in Estremo Oriente e alcune aree europee e isole genetiche in Africa: nordafricani e Masai).
Altro dettaglio interessante, il Neanderthal era in grado di accoppiarsi con i Denisova dando prole fertile (abbiamo tracce di nipoti) e il genoma Denisova incide tra l'1 e il 6% della popolazione melanesiana e estremo orientale (ma è praticamente assente in Europa e Africa).
Forse la minore incidenza Neanderthal in Europa è dovuta ai maggiori rimescolamenti avuti con l'Africa (dove le popolazioni, in particolare meridionali, conservano tratti Sapiens con un minor mescolamento con altre specie Homo).
Ancora oggi le nostre origini sono avvolte nel mistero. La teoria dei cicli e quella del pendolo euroasiatico, non hanno solo un potenziale progressivo (di integrazione dell'umanità sotto un'unica grande casa, poliedrica, ma comune), ma hanno anche un potenziale di chiarificazione storica, dobbiamo riprendere questi fili e piano ricominciare a interpretare il lungo tempo (passato remoto, passato prossimo, presente, futuro prossimo) come un grande spostamento tra fattori antropologici, ecologici e climatici.
Il concetto di Eurasia non va lasciato a un ambito reazionario e revanscista, al contrario va reinterpretato in chiave emancipatoria, in una prospettiva di convivenza delle specificità; non una globalizzazione annichilente, ma un caleidoscopio creativo che ci aiuti a ricordare la nostra comune umanità, da dove veniamo, chi siamo e dove stiamo andando, insieme, come abbiamo sempre fatto.
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