La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Una buona classe dirigente non si trastulla nelle convinzioni ideologiche, in una visione del mondo; discernere il piano delle idee, dal piano di realtà e soprattutto è ben consapevole della differenza tra ideologia e applicazione della stessa.
Il potere è cosa scivolosa, il cui uso genera abitudine e anche nelle migliori situazioni può degenerare in abuso. Qualsiasi potere per natura esclude qualcuno dall'esercizio dello stesso; in finale detenere il potere, vuol dire la gestione della società e delle sue scelte, il che implica la libertà di decidere a discapito di altri che magari farebbero altre scelte.
Nel nostro modello politico e sociale il potere è detenuto da pochi su molti. Il groviglio di vari poteri e interessi è tale da permettere a una ristretta fascia di popolazione di scegliere o influenzare le scelte dei più (plasmandole attraverso media, pubblicità, libri, film, serie tv; in sostanza fabbricando il popolo necessario a una democrazia formale).
Chi detiene il potere ha necessità di conservarlo, sia per una questione di interesse/abitudine, sia per una progettualità più grande (il potere si plasma sul lungo periodo, ha grandi progetti; in Italia nessuno pensa più in là della legge di bilancio annuale, diverso negli USA o in Cina, ad esempio).
Conservare il potere -specie in un sistema almeno formalmente democratico e quindi a rapida circolazione di denaro e idee e quindi con possibili cambi di alleanza nel gruppo dirigente- è difficile e richiede una mobilitazione dell'opinione pubblica attorno a temi chiave (non aprirò qui la contrapposizione diritti civili contro diritti sociali o come la mobilitazione attorno alla libertà dell'individuo sia poi diventata una mobilitazione attorno alle libertà economiche e in finale dei ricchi): immigrazione, destra-sinistra, sicurezza, nemico interno o esterno.
In sostanza, chi la pensa diversamente viene entro qualche livello "mostrizzato", non importa che sia il centrosinistra da Berlusconi, Trump o Berlusconi o Putin o la Cina, c'è sempre un nemico, un polo negativo per cui, nonostante il sistema non sia affatto perfetto, bisogna in finale accettarlo, perché altrimenti il rischio è troppo grosso.
I barbari sono alle porte, anzi sono tra noi!
L'esercito del bene contro quello del male, io la penso bene e tu la pensi male, la mia classe dirigente è migliore e onesta. Al contrario, tutte le classi dirigenti sono disoneste e proprio perché tali devono esserlo (altrimenti sono pessime classi dirigenti e difficilmente si arriva lontano), la mobilitazione ideologica è propaganda e serve a creare quell'opinione pubblica che sostiene le scelte politiche dei pochi, degli eletti (dal popolo o da Dio poco cambia, in finale lo sono dall'astuzia).
Questo non vuol dire, ad esempio, che Lenin non fosse realmente bolscevico, ma che il gruppo dirigente sovietico aveva ben chiare le necessità ad esempio di fare un patto con la Germania per sopravvivere in quel momento e per poi sconfiggere (a tempo debito) la Germania stessa. Il gruppo dirigente ha una strategia che per sua natura è segreta e può essere immorale o eterodossa in alcune circostanze.
Il punto nodale è che lo Stato, i gruppi umani e la democrazia si reggono su gruppi e i gruppi richiedono conformismo e appiattimento di pensiero, ma guai a pensare che chi decide non abbia visione, non sia in grado di adattarsi o fare scelte, pena condannare tutta la comunità ad una brutta fine.
Nell'antropologia e nella storia umana ci sono un sacco di cose spiacevoli, ma preso atto che così va il mondo, meglio mitigarle che subirle.
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