La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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A partire dalla scoperta dell'America (in realtà da poco prima se valutiamo anche l'intraprendenza portoghese sulle coste africane e potremmo tornare ancora più indietro risalendo alle avventure dei Norreni verso Nord, Sud ed Est o alla Crociate), le potenze europee spinsero per creare un mercato mondiale integrato attorno a un centro economico, tecnologico e politico in Europa (lungo le coste atlantiche).
Parallelamente a questo processo, l'Italia veniva marginalizzata (rimasta centro del mondo fino al '600); l'Impero Romano d'Oriente cadeva in mano agli Ottomani; Portogallo e Spagna furono invischiati in rivalità europee sprecando il fiume di preziosi proveniente dalle Americhe in guerre continentali.
Alla Spagna fece seguito l'affermazione dei Paesi Bassi. Questo piccolo paese sulle coste atlantiche forgiò il moderno capitalismo, inventando la finanza moderna, la borsa valori, puntando su un colonialismo in grande scala gestito da compagnie private (solo nell'800 questo modello mostrò la corda e si tornò agli Stati), sull'innovazione e la tolleranza.
Le dispute religiose ebbero un ruolo predominante nel segnare queste differenze antropologiche ed economiche. La popolazione olandese sperimentò un'insolita tolleranza, persino l'ebreo Spinoza trovò accoglienza e tolleranza. Il cittadino olandese era un mercante, un religioso, un uomo d'affari, prima che un ebreo, un cattolico o un protestante. Gli stessi cattolici, guardati con sospetto, come quinta colonna della Spagna (ex potenza coloniale, contro cui si combatterono oltre ottanta anni di conflitto), col tempo trovarono accoglienza e tolleranza.
La libertà religiosa favorì la stampa dei libri, la disquizione teologica e il protestantesimo (la lettura diretta dei testi sacri) spinsero l'alfabetizzazione della popolazione. I Paesi Bassi fondarono università (talvolta come gesto simbolico di opposizione al dottrinarismo cattolico della Spagna), case editrici, stamperie clandestine. Il numero di abitanti rispetto al numero di libri stampanti era infinitamente minore, in altre parole: l'Olanda esportava libri in tutta l'Europa del tempo.
Libri proibiti, libri perseguitati, messi all'indice, sequestrati, bruciati o magari conservati in dei monasteri e quindi resi accessibili a sacerdoti e nobili.
Questo fiorire di liberi pensatori, teologi e stamperie clandestine, favorì un clima culturale intriso di libertà di parola e discussione, il concime del primo capitalismo. La storia giocò un brutto tiro agli olandesi che fornirono un re (dopo la Gloriosa Rivoluzione) alla rivale Inghilterra e il nuovo sovrano spostò a Londra le buone abitudini di Amsterdam, lo spirito di innovazione e gli investimenti finanziari.
I capitalisti olandesi preferivano investire in Inghilterra, perché -come ci insegna il presente e il rapporto tra USA e Cina-, il denaro non ha bandiera, i capitalisti vanno dove conviene e guerre o non guerre (e inglesi e olandesi ne combatterono alcune, tutte dettate da ragioni commerciali), il capitale va dove conviene. Un capitalista deve salvare la propria azienda e il proprio patrimonio, anzi non deve solo salvarlo deve accrescerlo attraverso investimento e ricostruire Londra, investire nelle colonie britanniche e nel Regno Unito era più remunerativo.
L'Olanda mostra due spunti importanti per capire il presente: gli investimenti in un paese emergente (tutto da costruire), magari più grande, sono più convenienti; anche aspetti apparentemente difficili da esportare alfabetizzazione e tendenza alla libertà di parole ed espressione, una volta associati al successo vengono facilmente emulati dai rivali.
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