La Grande Italia

Speranza si è affidato in maniera troppo assoluta a quel CTS pieno di conflitti di interesse, che gli ha imposto non solo di obbligare al vaccino, ma anche di contrastare chiunque proponesse, dopo averli sperimentati sul campo, protocolli diversi dal “Tachipirina e vigile attesa”. Rispetto al resto di Europa, il protocollo è cambiato con un anno di ritardo e molti medici sono stati sospesi per aver somministrato cortisonici e antinfiammatori che hanno salvato molte vite. Nel frattempo, le vittime di effetti avversi, non venivano ricevute dal ministro che si è sempre rifiutato di avere qualsiasi confronto con chiunque avanzasse dubbi o visioni contrastanti con quelle del CTS. Speranza è un politico e non un tecnico e per questo non doveva assume un’opinione (non la scienza, ma un’opinione) come una verità rivelata e trattare da cattivo cittadino chi la mettesse in dubbio. Forse era in buona fede, forse no e i processi non credo abbiano senso. Il periodo era difficilissimo, errori possono essere stati commessi anche in buona fede, ma un ministro della repubblica, quando i dati glielo impongono, deve saper modificare una posizione. A chi volesse conoscere lo stato attuale delle conoscenze su protocolli e vaccino, consiglio di consultare le ultime pubblicazioni in merito, apparse su riviste come Lancet o Nature.