Chiunque abbia letto il Signore degli Anelli si è imbattuto nella complessità dei personaggi, ma anche nel loro valore simbolico all'interno dell'opera.
Il simbolo "si fa carne", potremmo dire, nei protagonisti del mondo tolkieniano e ognuno ci indica in che direzione procedere.
All'interno della storia, le donne non sono tantissime e possiamo individuarne facilmente tre: Galadriel, Arwen e Eowyn. Ognuna di queste donne ha un ruolo nella storia, ognuna sa comunicarci qualcosa su noi, a livelli più o meno profondi.
Vorrei lasciare da parte Eowyn per concentrarmi sulle prime due e per un motivo ben preciso.

Se si parte dagli elementi in comune tra Galadriel e sua nipote Arwen, si può riconoscere una parentela più profonda di quella legata unicamente all'albero genealogico.
Galadriel custodisce la Stella di Eärendil, la più luminosa e la più amata dagli Elfi. Parallelamente, Arwen vanta l'epiteto di "Undòmiel", che significa "Stella del Vespro".
La Stella di Eärendil altro non è che Venere, la prima luce più luminosa visibile al mattino e alla sera.
In un dialogo tra Gimli e Éomer, che si svolge in seguito al matrimonio tra Aragorn e Arwen, Gimli chiede al suo compagno d'armi se volesse riconoscere Galadriel come la più bella creatura mai vista al mondo ed Éomer risponde che no, non può dirlo, ma solo perché folgorato dalla bellezza celeste di Arwen. Così Gimli risponde: "Tu hai scelto la Sera, ma io ho donato il mio amore alla Mattina, e nel mio cuore vi è il presagio che presto svanirà per sempre".
Sia Galadriel che Arwen donano qualcosa a Frodo: durante il cammino verso Mordor, Galadriel lo omaggia con un'ampolla che contiene la luce di Eärendil, affinché possa illuminare i luoghi più oscuri.
Quando Frodo, invece, deve tornare alla Contea, alla fine di tutto, Arwen gli dona la sua collana a forma di stella, perché possa aiutarlo quando si sentirà "turbato dal ricordo della paura e dell'oscurità".

Galadriel come luce originale, che dovrà eclissarsi al mondo perché appartenente ai tempi antichi, alla Mattina del mondo.
Arwen come luce dei tempi nuovi, Stella del Vespro che reca in sé la scintilla di una nuova speranza, quella che ha conosciuto l'oscurità e, attraverso il suo superamento, sa che la morte e la disperazione non hanno l'ultima parola.
Entrambe le donne simboleggiano la speranza, due qualità della stessa sostanza per momenti diversi.
Entrambe sono stella, Venere, prima luce visibile al mattino e alla sera.
La parentela tra le donne sancisce la continuità di una speranza eterna, che può essere celata, ma non annientata e sempre si rinnova nel cuore degli uomini. L'azione delle due donne è diversa: incisiva quella di Galadriel, silenziosa e fedele quella di Arwen. Galadriel deve infondere coraggio e consapevolezza in chi sta andando incontro all'oscurità, deve fare ciò che può prima di lasciare un mondo che avrà bisogno di una nuova luce, quella di Arwen: la speranza che trionfa sulla disperazione.
Arwen non può apparire finché Galadriel non esaurisce la sua azione, ma può far presagire la sua luce, che infonde nel cuore di colui che sarà re e guida nella nuova Era.

Non è un caso che Gimli, Nano, senta amore verso Galadriel. Éomer è un uomo e con Aragorn e Arwen inizia l'Era degli Uomini, per cui è giusto che il suo cuore si affidi alla speranza dei nuovi tempi, che riverbera dalla figura di Arwen e in lei si fa visibile e potente sul trono.
Credo siano importanti anche le parole che Arwen rivolge a Frodo nel momento in cui gli affida la sua collana: mette in luce il ricordo di ciò che Frodo ha vissuto, ricordo che può tormentarlo nonostante i tempi avversi siano passati.
Con Arwen e Aragorn un nuovo ciclo ha inizio, il cuore degli uomini è stato scottato dalla guerra appena passata e questo ricordo darà loro la possibilità di non farsi scoraggiare da difficoltà minori che incontreranno durante il cammino della vita.
Ma Frodo ha bisogno di una prova tangibile del pericolo scampato, perché i fantasmi del Male da cui è stato marchiato possono sopraffarlo. Per questa ragione Arwen gli dona qualcosa di sé, un ricordo di quella Luce che ha sempre brillato nonostante la notte minacciasse di inghiottire tutto.

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Mina Vagante
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