Quando si parla d'amore, c'è già chi sogghigna, fiero del suo cinismo e impaziente di confutare quella che sembra nient'altro che un'allucinazione a due, un errore di valutazione, un'invenzione poetica per far sembrare meno cruda l'attrazione reciproca tra due persone. La parola amore la ritroviamo nelle riviste di gossip, spesso come etichetta posticcia su quella che si rivela poi essere una vana passioncella; viaggia tra le canzoni, nobilita le poesie, spesso viene banalizzata da entrambe.
L'amore, ce lo rifilano in tutte le salse, nella molteplicità delle sue espressioni, con un'attenzione particolare a quello omosessuale, magari interrazziale, amore uomo-robot, non troppo etero se no è patriarcale.
Ma, alla fine, si torna sempre a loro, l'uomo e la donna: le due metà di una mela che, nel frattempo, s'è fatta marcia.
A fronte di una fame spirituale e affettiva, emersa in un'epoca di cose mordi-e-fuggi, l'uomo e la donna medi, protetti dallo scudo del disincanto, anelano più o meno consapevolmente al lieto fine, al sentimento puro che resiste ai colpi e alle tentazioni della vita, che va avanti nonostante il mondo remi contro. Non lo ammetteranno nemmeno sotto tortura, vogliono sentirsi cool e giovani con avventure disparate vissute in lussureggianti mete estive; ritengono impegnativo il sacrificio richiesto da una relazione stabile e sono convinti che passare più di tre anni con la stessa persona li privi di "esperienze fondamentali" per la propria esistenza. Vogliono l'amore come un dono gratuito, un servizio cavalleresco o un'adorazione da crocerossina, ma non hanno intenzione di fare la loro parte, di mettersi in gioco e rischiare di soffrire.

Ma cos'è questo amore?
Spesso si fa la distinzione tra la prima fase dell'amore, ossia l'innamoramento, e l'amore vero e proprio. La prima fase è spesso quella che vivono molti vip e che viene condensata da certi titoli rosa, il più tipico recita: "Tra X e Y è scoppiato l'amore". Idillio puro, passione inesauribile, voglia di stare sempre insieme, idealizzazione del/della compagno/a. Tutto molto bello, poi il tempo passa, alle prime criticità noti i difetti dell'altra persona, ti dà fastidio come mangia, il suo odore, perfino quando respira. All'inizio era l'uomo o la donna dei sogni, poi si rivela "per quello che è veramente" e, stranamente, quello che gli altri sono veramente non è mai niente di apprezzabile. Litigi, talvolta tradimenti, addio e a mai più.
E sembra che tutte le relazioni debbano finire così. Quindi qualcuno è portato a pensare che il problema stia nella monogamia, che il sentimento amoroso - quello vero - non esista o, tutt'al più, sia una trovata dell'evoluzione per perpetuare la specie.
La realtà, almeno per quella che è la mia esperienza maturata negli anni, è che tutti noi abbiamo fretta di trovare la "persona giusta", ma che generalmente ci facciamo andare bene chiunque. Nietzsche diceva che, prima di sposarci, dovremmo chiederci se, con una persona con cui vogliamo passare tutta la vita (lo vogliamo davvero?), potremmo sempre conversare bene. Sembra una banalità, ma l'affinità non di interessi, bensì di sensibilità e intelletto, è il collante di una relazione. E non solo questo dobbiamo chiederci. Prima che sull'altra persona, con cui l'intesa - fisica, intellettuale, spirituale, sentimentale - fa la differenza, dobbiamo chiederci: quanto siamo disposti a dare di noi? Quanto ego possiamo cedere per amore?
Ho incontrato spesso persone fatte per stare insieme, che si amavano veramente tanto, autosabotarsi all'interno di una relazione amorosa. C'è chi litiga su inezie e fa le pulci ai difetti - normali e umani - dell'altro; c'è chi pesca tra i suoi demoni interiori il complesso giusto per mettere in discussione il sentimento dell'altro, lasciando correre fantasia e gelosia insieme; c'è chi si chiede dove stia la fregatura e fa di tutto per trovarla, spesso creandola da sé; altri rimangono stranamente scioccati dall'incapacità di tradire il/la proprio/a partner, come nelle precedenti relazioni, e questo li terrorizza.

In un primo momento, se ci si ferma a pensare, può essere paralizzante vivere un amore vero, soddisfacente, in cui l'altro ha dei difetti normali, ma non è "tossico", come va di moda dire oggi. È paralizzante perché non vi siamo abituati. Noi, tutti noi, prima o poi abbiamo pensato di accontentarci, di scendere a compromessi pur di non restare soli, di non essere giudicati degli sfigati, di avere anche solo un po' di affetto e di contatto fisico, magari arrivare ad avere una famiglia, dei figli.
Ci sono dei momenti, nella vita di coppia, che fanno capire l'importanza che l'altra persona riveste per noi: la convivenza, la nascita di un figlio, il matrimonio. Sono spartiacque che fanno chiarezza su ciò che si prova, ma anche sulle proprie paure e sulla disponibilità, che ognuno di noi ha, di affidarsi all'altro, più di quanto ci si affidi alle proprie titubanze o ai propri sospetti. Sono anche momenti che possono rafforzare una coppia che si ama e mettere in crisi una che si accontenta, ma anche una coppia che si ama e ha paura della propria felicità.
L'espressione "È troppo bello per essere vero" caratterizza la vita delle coppie che si sono trovate e sono destinate ad amarsi a lungo, ma possono lasciarsi sopraffare dalla paura del futuro o di quella di essere ingannati dall'altro. Tante coppie vivono con l'interrogativo, che ogni tanto emerge, "ma che ci trova lui/lei in me?" e col timore che non sia la propria persona ad attrarre, ma doti più o meno materiali: l'età, lo status, il reddito, l'aspetto fisico, l'incapacità di trovare "di meglio", varie ed eventuali. Le proiezioni mentali possono incidere tantissimo sull'impegno sentimentale, perciò è importante che questi timori vengano confidati, che si rassicuri e si sia rassicurati dalla persona con la quale si sta, così che ogni dubbio svanisca.
Più di tutto, se avete questo problema, pensate ai momenti vissuti insieme, che sono gli unici a rivelare quanto sia sincero l'amore che l'uomo o la donna che amate vi dichiara.
Non c'è niente di meglio dell'amore dimostrato per riconoscere la verità di quello professato.
Un'altra cosa: abbiate fede. Fede in voi, nel vostro partner, fede in questa apertura del cuore che accogliete e che vuole accogliervi, perché si nutre di reciprocità.
La vita in terra pone limiti al "per sempre", ma nessuno sa come sia l'Amore nell'eternità.

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Mina Vagante
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