L'immagine sotto è di una statuina in bronzo con resti di oro, inizialmente parte di un trono regale, rinvenuta nel sito turco di Toprak-kale e risalente a un periodo tra il VIII e VII secolo avanti Cristo.
Nell'area degli scavi sono stati ritrovate altre sculture simili.
Chiara l'influenza mesopotamica nella regione anatolica e caucasica; al riguardo basti confrontarla con la statua del leone alato con volto umano nel Palazzo Reale di Assurnasirpal II del 883-859 a.C.
Questi motivi sono associati alla comparsa della regalità, di cui abbiamo già parlato riguardo al Regno di Van nella regione più settentrionale della Mezzaluna Fertile.
Anche qui si ribadisce il concetto di regalità non-umana, la presenza dei tratti animali: ali e corpo leonino, ribadiscono sì, la natura di forza, regalità o poteri eccezionali (il volo), ma anche la non appartenenza del Potere alla società, alla dimensione umana.
Si torna, quindi, a un argomento che già abbiamo calcato: le antiche società che videro lentamente affermarsi delle istituzioni stabili, sentirono l'esigenza di differenziare queste autorità con tratti non-umani rispetto al resto del corpo sociale. Questo col tempo diventò un marchio interpretato dalle autorità attraverso la sacralizzazione, ma in principio era una sorta di monito.
Abbiamo già accennato alle riflessioni di Clastres sui gruppi tribali amazzonici e sullo svantaggio di detenere il potere (dover combattere e cacciare per primo, diritto alla poligamia e quindi più bocche da sfamare, sedare i litigi, arringare ogni sera gente distratta, ecc); abbiamo anche citato gli studi sulle tombe megalitiche irlandesi che parlano di incesto tra i leader (elemento riscontrato anche altrove) associato a grandi opere architettoniche di carattere ieratico-sacrale.
La fusione tra elementi umani e animali rappresenta forse l'ennesimo tassello di questo puzzle. L'inserimento di elementi non umani doveva servire a portare la regalità (non a caso queste sono associate a palazzi o troni) su un piano sacro.
Il potere è quindi respinto fuori dal mondo umano e nasce qui (forse) una dialettica tra società e autorità, dove la prima interpreta questa espulsione del potere come negativa; la seconda ne da invece un'interpretazione sacra, metafisica, creando la prima vera metafisica del potere (un'ideologia si potrebbe definire).
Forse parallelamente a questo bisogno di differenziare il potere dalla società, nacque il bisogno di differenziare il naturale dal culturale e forse in questo contesto l'uomo smise di sentirsi animale.
Il potere separò l'uomo dal resto della natura e creò separazioni nel corpo sociale che furono avvertite come innaturali: una sorta di cacciata dall'Eden storica.
Nell'area degli scavi sono stati ritrovate altre sculture simili.
Chiara l'influenza mesopotamica nella regione anatolica e caucasica; al riguardo basti confrontarla con la statua del leone alato con volto umano nel Palazzo Reale di Assurnasirpal II del 883-859 a.C.
Questi motivi sono associati alla comparsa della regalità, di cui abbiamo già parlato riguardo al Regno di Van nella regione più settentrionale della Mezzaluna Fertile.
Anche qui si ribadisce il concetto di regalità non-umana, la presenza dei tratti animali: ali e corpo leonino, ribadiscono sì, la natura di forza, regalità o poteri eccezionali (il volo), ma anche la non appartenenza del Potere alla società, alla dimensione umana.
Si torna, quindi, a un argomento che già abbiamo calcato: le antiche società che videro lentamente affermarsi delle istituzioni stabili, sentirono l'esigenza di differenziare queste autorità con tratti non-umani rispetto al resto del corpo sociale. Questo col tempo diventò un marchio interpretato dalle autorità attraverso la sacralizzazione, ma in principio era una sorta di monito.
Abbiamo già accennato alle riflessioni di Clastres sui gruppi tribali amazzonici e sullo svantaggio di detenere il potere (dover combattere e cacciare per primo, diritto alla poligamia e quindi più bocche da sfamare, sedare i litigi, arringare ogni sera gente distratta, ecc); abbiamo anche citato gli studi sulle tombe megalitiche irlandesi che parlano di incesto tra i leader (elemento riscontrato anche altrove) associato a grandi opere architettoniche di carattere ieratico-sacrale.
La fusione tra elementi umani e animali rappresenta forse l'ennesimo tassello di questo puzzle. L'inserimento di elementi non umani doveva servire a portare la regalità (non a caso queste sono associate a palazzi o troni) su un piano sacro.
Il potere è quindi respinto fuori dal mondo umano e nasce qui (forse) una dialettica tra società e autorità, dove la prima interpreta questa espulsione del potere come negativa; la seconda ne da invece un'interpretazione sacra, metafisica, creando la prima vera metafisica del potere (un'ideologia si potrebbe definire).
Forse parallelamente a questo bisogno di differenziare il potere dalla società, nacque il bisogno di differenziare il naturale dal culturale e forse in questo contesto l'uomo smise di sentirsi animale.
Il potere separò l'uomo dal resto della natura e creò separazioni nel corpo sociale che furono avvertite come innaturali: una sorta di cacciata dall'Eden storica.
