La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Non è un paese per anarchici.

Il 22 aprile 1897, l'anarchico Pietro Acciarito provò ad attentare alla vita dell'allora Re d'Italia Umberto I Savoia.
Nei giorni successivi in tutto il paese si innescò una caccia al sovversivo: anarchici, repubblicani e socialisti.
Il 27 aprile veniva arrestato Romeo Frezzi (indicato come anarchico, ma in realtà socialista) che non sarebbe più tornato a casa, perché ucciso dalla (in)giustizia di un paese liberale.
Frezzi era stato arrestato perché aveva una foto di gruppo, in cui tra gli altri era presente l'aspirante regicida Acciarito.

Il 3 maggio del 1897, Il Messaggero (l'intera vicenda si svolge a Roma) dà l'annuncio della morte del Frezzi.

L'Italia era un paese giovane, nato da poco, senza ancora una mitologia nazionale.
Garibaldi era stato tradito dalla monarchia, Mazzini era morto solo, persino i riformisti piemontesi erano stati traditi nelle loro aspettative di uno Stato federale all'inglese, al contrario avevano avuto uno Stato centralizzato e infarcito di retorica.
Il mito dei garibaldini era ancora tutto da formare (ci vollero D'Annunzio, il fascismo e le tendenze nazionalpopolari del PCI), al contrario erano freschi i ricordi degli eccidi garibaldini in Sicilia. Il brigantaggio (e la guerra conseguente) era storia recente e al Sud ancora molti notabili aspiravano alla cittadinanza spagnola (alcuni proseguirono in questo senso fino ai primi anni '20).
Il Papa aveva emanato la "non expedit" il 30 gennaio del 1868 che proibiva ai cattolici di votare alle elezioni politiche del nuovo Stato.
Nel 1892, era esploso lo scandalo creditizio della Banca di Roma (che gestiva i soldi della Chiesa e della nobiltà cattolica romana); la cosa rinfocolo la retorica laica (l'Italia all'epoca era un paese anti-clericale: la salma di Pio IX rischiò di essere gettata nel Tevere e a Roma fu alzata in Campo de Fiori la statua di Giordano Bruno come simbolo di lotta ala Chiesa). Questo anti-clericalismo non era dovuto a un tono libertario, ma ai precedenti storici e all'influenza che politica e massoneria inglese esercitavano sul nostro paese.

Nel 1894 scoppiarono i moti anarchici in Lunigiana e il movimento operaio dei fasci siciliani, repressi con lo stato assedio.
Il 1 marzo del 1896, l'Italia subisce uno smacco: la sconfitta di Adua. Fu uno shock in Europa: uno Stato occidentale veniva sconfitto in Africa; nazionalisti e reazionari avevano motivo di insoddisfazione.
Il 1 gennaio del 1897, un giovane Sidney Sonnino firmò "Torniamo allo Statuto", un articolo pubblicato da Nuova Antologia, in cui il futuro capo di governo criticava le pratiche istituzionali: troppo liberali, si doveva tornare a un'applicazione letterale dello Statuto Albertino del 1848.

In questo clima, lo Stato liberale, i Savoia e la classe dirigente erano letteralmente assediati dalle masse popolari e lo sarebbero stati sempre più col passare degli anni. La I Guerra Mondiale fu detonatore di un malcontento diffuso. Lo sbocco fascista fu figlio di quella classe dirigente, isolata nella loro belle époque..

L'8 maggio del 1897, L'Italia del Popolo parlava di omicidio del Frezzi da parte delle autorità.
Seconda la polizia l'uomo si suicidò spaccandosi la testa.
Piano piano la versione cambiò: prima si disse che era caduto dalla scale, altri parlarono di aneurisma.
Intanto, il 2 agosto un anarchico italiano uccideva il capo di governo spagnolo (a noi italiani, in particolare romani e fiorenti, nessuno riconosce questa dote di regicidi o affini).
L'11 ottobre a Roma si tenne uno sciopero di protesta con due morti tra i manifestanti.
A dicembre la polizia di Roma fu riorganizzata.

22 aprile del 1898 tutti gli imputati per l'omicidio del Frezzi furono prosciolti o rinviati a giudizio.

Non dimentichiamolo.
Non è un paese per anarchici.
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