Inizio questo articolo premettendo, per correttezza verso il lettore che, non per meriti miei ma per ascendenza familiare, sono proprietario di più appartamenti grazie ai quali traggo il necessario per coprire le mie esigenze quando le cose sul lavoro vanno meno bene. Sono dunque viziato da un evidente conflitto di interessi. E tuttavia si può anche difendere una tesi nella quale è implicata la carne viva dei propri affari, se la si difende con argomenti validi. Il tema degli affitti alle stelle sta venendo pompato con una certa insistenza sulla stampa, e questo - per noi proprietari già piagati da infiniti balzelli - è un pessimo segnale. Che si aggiunge del resto alla già annunciata decisione da parte della Commissione Europea di obbligare tra qualche anno gli italiani ad efficientare le proprie case secondo i canoni ecologici. Questo significa che, a breve, noi italiani subiremo ulteriori attacchi al nostro diritto di proprietà. Naturalmente, sebbene gli italiani siano per gran parte proprietari delle case in cui abitano, esistono anche italiani che non lo sono. Perché non hanno i soldi per permettersela, perché per lavoro devono spostarsi dal loro territorio di origine, perché sono stati cacciati via dal coniuge. Uno Stato che, in quanto tale, fonda la sua essenza sulla protezione sociale, deve occuparsi anche di loro. Ma a che prezzo?

Cominciamo col dire che già oggi le leggi non sono a favore dei proprietari. Intanto perché queste fanno sì che i prezzi siano bloccati da un canone che impedisce di fittarla oltre una certa cifra. In più, le procedure di sfratto sono estremamente lente e non di rado disagevoli nei confronti dei proprietari. E non dico nulla che non abbia vissuto chi abbia vissuto l'esperienza di dover cacciare un inquilino moroso. Infatti, l'inquilino è tale perché, spesso, è nullatenente. Questo gli consente di poter non pagare e di poter persino vendicarsi di un proprietario che ha la colpa di chiedergli, dopo qualche mensilità arretrata - e con l'IMU che certo non gli viene tolto per questa criticità - di sloggiare, devastandogli casa. E' quello che è accaduto proprio a me un annetto fa, con un inquilino che cercò persino di accoltellarmi e che il giorno dopo che io feci la denuncia, era tranquillamente a casa. Quanto mi è costata quest'avventura? La bellezza di 30.000 euro. Che lo Stato ha preso da me, vittima di un sopruso, non da chi questo sopruso lo aveva commesso. Una volta esisteva la galera per debiti, oggi un paramalavitoso può urlarvi in faccia, di fronte alla vostra minaccia di denunciarlo "e che me ne fotte, tanto sono nullatenente, non ho nulla da perdere".
Inoltre, esistono regole rigidissime che di fatto trasformano il fitto di una casa in un incubo. Oggi come oggi, il proprietario di una casa è costretto a dover prendere una lunga serie di informazioni sul potenziale inquilino, trasformandosi di fatto in un investigatore privato.
Tutto questo fa alzare inevitabilmente i prezzi. Le persone, pur di non ritrovarsi con un inquilino potenzialmente pericoloso, preferiscono tenere sfitta la propria casa, col risultato che essendo poca l'offerta e alta la domanda, i prezzi sono alle stelle. Se, invece, si decidesse finalmente di liberalizzare il mercato degli affitti, l'offerta aumenterebbe e questo automaticamente abbasserebbe gli affitti. Che questa sia l'unica razionale soluzione, che riempire di vincoli il mercato sia il modo migliore per ottenere solo problemi, è qualcosa di noto, tanto che Reagan poté ironizzarci su dicendo che "la visione governativa dell'economia può essere riassunta così: se qualcosa si muove, tassala; se continua a muoversi, regolala; e se si ferma, sussidiala". Qualsiasi persona sana di mente sa che il peggior modo per impedire che le imprese generino ricchezza è soffocarle di vincoli. Ma la vera domanda è: il vero obiettivo del governo è generare ricchezza oppure spennare i propri cittadini così che si impoveriscano in modo da vendere le proprie case e far felice qualche grande banca che così può contare su un patrimonio immobiliare da offrire come garanzia?

Da anni tutti gli economisti mainstream ritengono che la patrimoniale sia l'unica possibilità di assicurare soldi freschi, come se questo poi non provocasse conseguenze all'economia. Ma a prescindere da tutto, un governo che voglia perdere le elezioni non avrebbe che da annunciare una cosa del genere e perderebbe subito il 15-20% nei sondaggi. E parimenti, un governo che voglia assicurarsi la maggioranza assoluta, dovrebbe soltanto annunciare - come già fece Berlusconi, a suo tempo - tagli sulle imposte della casa.
E allora allo spennamento dei polli che hanno avuto la balzana idea di coltivare un patrimonio immobiliare si arriva con le bufale ecologiche, con le minacce di efficientamenti energetici che un singolo individuo non può permettersi a meno di non riempirsi di debiti, con il vellicamento delle proteste degli studenti, i quali non si rendono conto di essere strumentalizzati dai giornali che vogliono colpire la proprietà privata degli italiani, convincendoli a svendere le proprie case. E allora uno capisce che questo paese è senza speranza. Perché se dopo decenni di statalismo non si capisce che la stragrande maggioranza dei problemi sono causati proprio dalla presenza dello stato, che il mercato funziona meglio quanto più lo stato si rassegna al ruolo di severissimo arbitro senza interferire nel gioco, allora meritiamo tutto ciò che di brutto ci sta accadendo. Lockdown, vaccini obbligatori, patrimoniali, censure.
Uno stato è tanto più democratico quanto più educa culturalmente il cittadino, fornendogliene i mezzi, a difendersi dal suo peggior nemico.
Lo stato stesso.

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Inizialmente ho considerato un pò stravagante l'ipotesi che le tendopoli studentesche vengano manipolate dai media per uno scopo preciso. Poi, ripensandoci...e c'hai ragione c'hai! Non sei poi così stupido!!😁
 

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Franco Marino
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