Non passa giorno che sui giornali non si venga travolti da tempeste morali.
Drammi umanitari, catastrofi alimentari, carestie, guerre, tutte cose che naturalmente piagano il cuore di chiunque ne possegga uno. E tuttavia, questi discorsi sono completamente inutili. L'uomo della strada non può fare nulla. Se potessi disporre di un tasto sullo smartphone o sul PC per spegnere la guerra in Ucraina ovviamente l'avrei pigiato. Sia perché temo che questa guerra possa arrivare anche in Europa, sia perché non se ne può più di parlarne. Ma purtroppo non si può. La guerra in Ucraina finirà soltanto quando i belligeranti troveranno più utile per i propri interessi la pace o quando una delle parti avrà soffocato l'altra. Fino a quel momento, ogni discorso accorato sarà totalmente inutile.
Dover ribadire questo concetto rischia di apparire tautologico alla persona ragionevole. E invece se uno è costretto a doverlo fare, è perché in giro ci sono troppe persone non ragionevoli a sufficienza da capire che "chiacchiere e tabacchere e’ lignamm o’ Banco ‘e Napule nun ne ‘mpegna!".
Insomma, la gente non si rende conto che gli accorati proclami contro l'orsa assassinata, contro i poveri bambini che naufragano nel Mediterraneo, contro la guerra in Ucraina, contro questa o quell'altra causa, non servono assolutamente a nulla. A meno che non si voglia invece andare oltre e ragionare. E capire perché, su temi in fondo insignificanti, si accetta che si sviluppino dibattiti sovranazionali.

Perché è giusto interessarsi alla guerra in Ucraina? Perché da quella guerra derivano conseguenze che impattano sulla vita personale di tutti noi. Ma proprio per questo, bisogna prendere una posizione che sia dettata unicamente dal nostro interesse. E naturalmente, qui ci si divide. A tal proposito chiarisco un punto: qui sono i benvenuti tutti, filoucraini, filoamericani e filorussi, a patto che tutti discutano di questo tema sulla base unicamente degli interessi italiani. L'idea che debba esistere una morale universale, che valichi i confini delle culture delle singole nazioni - differenti per forza di cose - è esattamente lo strumento culturale con cui l'imperialismo si impone geopoliticamente. Dunque l'unica argomentazione è "Sul tema X, con chi dobbiamo schierarci? Con chi ci conviene". Ma quando si propone di discutere su questo ambito, le critiche sono le più svariate e inevitabili. "Sei gretto, meschino, pensi soltanto al tuo portafoglio". E mi verrebbe a quel punto di replicare "Scusami ma tu col tuo fervore, cosa pensi di ottenere?" e rilanciare la domanda "Cosa ti cambia personalmente sostenere questa o quell'altra battaglia ideologica?". E puntualmente queste domande finiscono per non avere risposte, anzi per generare una risposta molto tipica che è quella del bambino viziato che, non potendo ottenere una cosa, sbatte i piedini per terra arrabbiato.

La realtà è che i media sono agganciati ad interessi molto più profondi e complessi delle singole questioni che noi riteniamo vitali per i nostri interessi. E per quale motivo tutto ciò? Perché hanno bisogno di mascherare il NULLA che oggi è diventata la politica italiana.
In occasione delle elezioni del 25 Settembre del 2022, la campagna elettorale si era imperniata sull'ormai evidente autocannibalismo che divide gli italiani non sulla scelta di cosa fare per far ritornare grande il nostro paese ma su quali diritti rinunziare. Chi vota a sinistra, sa che dovrà attendersi rapine a mani armate, in cambio di un illusorio stato sociale, di qualche decina di euro in più di mancia, sotto forma di pensioni sociali o redditi di cittadinanza. Chi invece vota a destra, sa che dovrà attendersi macellerie sociali in cambio di un illusorio stato meno grandefratellesco. Sono tutte suggestioni che la parte intelligente dell'elettorato sta capendo, andando sempre meno a votare. Ma funzionano ancora presso quella parte di popolo che ancora non riesce a cogliere i tentacoli che uniscono la piovra politica e quella mediatica. E dal momento che su temi così importanti, nessuno oggi può fare nulla - perché l'Italia è sostanzialmente commissariata - ecco che i media, che in qualche modo devono pur campare e quindi devono costruire un nulla su cui qualcuno dia loro retta, hanno gioco facile a convincere gli italiani che le fesserie di cui parlano siano vitali, perché non possono per nessuna ragione risolvere questioni importanti che impattino sugli interessi dei loro fruitori.

E dunque non c'è strada più semplice che dividerli su cose che non impattano nella loro vita. In questi giorni abbiamo assistito al consueto delirio: Laura Chiatti che dice che il compagno casalingo le abbassa l'eros, l'orsa assassina anzi no il runner stronzo, l'immancabile polemica sulle adozioni gay (un evergreen). Tutte cose che riguardano al limite chi è coinvolto nel tema e cioè la casalinga che deve decidere se arraparsi di fronte a Mastrolindo o farsi abbassare l'eros, l'orsa stessa (che tuttavia, intervistata sul tema, ha risposto rugliando, cosa che ha convinto il giornalista stesso ad allontanarsi per non rischiare di essere aggredito e poi avere "il resto appresso" dall'opinione pubblica) oppure Masha che giustamente non vuole che gli scannino l'amicone peloso, e appunto i gay in questione. Ma se sono eterosessuale, se vivo in una città dove gli orsi probabilmente non c'erano nemmeno quando ancora ci chiamavamo Partenope e se vivo da solo, a me fondamentalmente cosa me ne dovrebbe fottere? Posso anche avere un'opinione sul tema. Ma quale mente malata mi dovrebbe imporre di rompere un rapporto di amicizia su questo tema con una persona che non è coinvolta su questo tema?

La persona razionale sceglie, invece, di prendere posizione su un tema planetario unicamente nella maniera in cui questo coincida col proprio interesse. Si schiera per Zelensky o per Putin non nell'illusione che uno dei due non sia un criminale (ma figuriamoci) ma soltanto nella misura in cui questo produca conseguenze per la propria bottega. La persona razionale ha con gli animali e con l'ecologia un rapporto sano. E' ovvio che debba consumare razionalmente carne non foss'altro che per il fatto che se consumiamo troppa carne e peschiamo troppo pesce, non avremo cibo a sufficienza per sfamarci. E posso anche accettare il discorso di chi dice che agli animali non si spara per divertimento. Che l'ecologia sia nel nostro interesse, che limitare il consumo di carne animale sia nel nostro interesse, è giusto: ecologia rimanda a "scienza della casa". Ve lo dice uno che vuole concludere la sua misera e insulsa vita nella campagna che fu del nonno paterno, accanto a pecore, mucche e galline a cui non oserebbe torcere non dico il collo ma neanche un pelo. Ma se l'orsa diventa un problema per un determinato territorio, magari minacciando non dico la mia inutile e insignificante persona di uomo (sono uomo e dunque in quanto tale non ho dignità e sono colpevole), quanto i diritti dei miei di animali, quell'orsa va ammazzata, punto e basta. O al limite trasferita altrove. Senza isterie nazionali. E senza pensare che chissà di quale delitto ci siamo macchiati contro chissà quale creatura angelica. Solo i cretini idolatrano gli animali. Mentre le persone razionali sanno che se portassimo la morale media degli animali nella dimensione umana, il mondo sarebbe molto peggiore di quello che in realtà è. Ridurre l'uomo a bestia colpevole di ogni cosa, fa parte di una strategia più ampia che, togliendo dignità all'individualità umana, ambisce a far sì che l'individuo non solo non si ribelli ma neanche si lamenti quando in virtù della propria inutilità, verrà eliminato. Ma le persone si ribelleranno soltanto quando questo interesse morboso per l'ecologia si tradurrà in decine di migliaia di euro di tasse green sulla casa, quando il costo degli alimenti e del gas sarà aumentato a tal punto da ridurli in mutande. Solo allora capiranno la strumentalità di certe ridicole polemiche e solo allora si ribelleranno. Quando, in sostanza, sarà troppo tardi.

Essendo un comune mortale, ho le mie cose di cui andare fiero e quelle di cui vergognarmi.
Vado fiero di non aver mai creduto neanche ad una lettera dell'autenticità della vicenda covid. E mi vergogno di aver pensato che questa vicenda potesse far nascere un fronte di insorgenti contro il regime autoritario.
E' stato sufficiente allentare la morsa della sottrazione dei diritti e subito siamo tornati a dividerci sulle puttanate. Aver creduto che potesse nascere un dissenso in grado di individuare la stessa mano che muove il Covid, la guerra in Ucraina e l'ecologismo, è una cosa di cui mi devo vergognare.
Sono ufficialmente un cretino.

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La vecchiaia da una parte ti annoia perché nel 95% dei casi ci prendi nelle previsioni, anche meteorologiche, dall'altra ti tutela dalle delusioni ma....così ti spegne le passioni, che creano le emozioni che aiutano a vivere. Tu non sei un cretino, sei solo giovane, con le tue speranze, con i tuoi sogni, con i tuoi progetti, con le tue disillusioni. Franco...rimani così fin che puoi!🥰
 

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Franco Marino
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