Quando si combatte una guerra, la cosa peggiore è non conoscere i propri nemici. E infatti una delle ragioni per cui il dissenso rimane residuale e velleitario è che non ha le idee chiare su niente: su chi sia il nemico, per esempio. Alcuni sostengono che il nemico siano gli Stati Uniti, altri che siano le élite, altri che sia la Federazione Russa, altri la Cina, il Vaticano, in un profluvio di ipotesi che uno non ci capisce più niente.
Poi, non si capisce cosa voglia fare il nostro nemico. Che voglia farci del male, è palese. Basti vedere quanto il PIL sia crollato e quanto il debito sia aumentato negli ultimi trent'anni. Ma nessuno è unito su quale sia l'effettivo obiettivo. Sterilizzarci? Trasformarci in schiavi? Distruggere le sovranità nazionali? Trasformarci in robot? Non sto irridendo nessuna di queste ipotesi, irrido semplicemente il fatto che nessuno sia in grado con i crismi dell'esattezza di sapere chi voglia fare cosa. Perché se tante persone hanno un'opinione diversa l'una dall'altra, per definizione vuol dire che ci sono alte possibilità che ciascuna di queste opinioni sia falsa. A meno che non si voglia ragionare in maniera piana, col rasoio di Occam.
Partiamo dal punto di fondo: che in atto vi sia effettivamente una sostituzione etnica non è nulla di falso. Come giustamente dice Vittorio Feltri, basta affacciarsi dal balcone al mattino e si notano sempre più negri e maghrebini e sempre meno bianchi. Il punto è capire chi ne sia responsabile. E alla tesi di un complotto per sostituire i bianchi in quanto tali, personalmente non ho mai creduto. Non per ostilità al pensiero complottistico, ma perché i complotti riescono meglio se ne sono a conoscenza meno persone possibili. Se supponessimo per esempio l'esistenza di un mega complotto internazionale di cui tanta gente fosse a conoscenza, basterebbe lo spiffero di una sola delle persone coinvolte per far saltare tutto. In realtà i complotti si strutturano su più livelli proprio perché meno persone possibili capiscano la trama e dunque non si riesca a trovare una valida contromossa. Inoltre il complottismo ha un altro difetto: cercare verità nascoste che confermino un complotto in realtà identificabile da verità talmente palesi che non vede solo chi non vuole vedere. E infatti proprio per questo quando leggo che in atto vi è una sostituzione etnica, mi viene da sorridere. E mi chiedo: com'è possibile che la gente non veda qual è la realtà fattuale?

La sostituzione etnica non è la causa ma l'effetto. Non esiste alcun complotto per sostituire la pura razza bianca con una pura razza negra. Intanto perché l'Europa è invasa da etnie di ogni genere: indiani, maghrebini, cinesi, ispanici, negri (si dice negri, non neri: non è una parola offensiva). Quel che sta accadendo è, nella sua gravità, molto più banale. Gli Stati Uniti stanno semplicemente cercando di impoverire l'Europa con delle tempeste perfette, allo scopo di riappropriarsi dei soldi investiti decenni prima col piano Marshall, che aveva la funzione di impedire lo slittamento ad Est dei paesi dell'Europa Occidentale. Venuta meno l'URSS, gli americani, non sapendo più come coprire il proprio enorme debito, hanno bisogno di drenare quante più risorse possibili dall'Europa un tempo arricchita artificialmente, attraverso crisi finanziarie generate appositamente per giustificare politiche di austerità che nascondano il disegno americano di usare l'Europa come bancomat. Nel momento in cui i popoli europei si impoveriscono, smettono di fare figli e gli immigrati, provenendo da territori devastati dagli Stati Uniti stessi, si spostano in Europa, facendo dumping sui costi del lavoro, togliendo lavoro a moltissimi italiani e copulando con gli italiani del posto. E non c'entra nulla la razza. Se per assurdo in Europa esistesse una nazione di nome Negrolandia, dove gli abitanti sono tutti neri di carnagione, sarebbe a rischio anch'essa. Come si vede, nulla che dipenda dalla specifica volontà delle élite. Altro che illuminati, magari fossero illuminati. Questi sono soltanto fulminati, malati di mente interessati a fare solo soooldiii, soooldiii, clap clap (come la canzone di Mahmood) animati da nessun altro intento che non sia arricchirsi senza il minimo scrupolo, e che vengono accusati dalla controinformazione - spesso vegliata dalle classi dirigenti (Grillo docet) - per disorientare la rabbia del dissenso. Le élite del resto non potrebbero esistere senza uno stato disposto a proteggerle. Se qualcuno vuole raccontarmi la bubbola che Soros abbia potuto organizzare la speculazione contro la lira del 1992, senza che gli Stati Uniti - teoricamente un nostro alleato, che dunque avrebbe dovuto avvisarci - lo sapessero, sappia che perde completamente il suo tempo con me. Gli Stati Uniti, vero punto di raccolta di questa gentaglia, sono una grande potenza termonucleare con un servizio segreto potentissimo, che potrebbe in qualsiasi momento andare da questa gente e dire "Signori, guardate che l'Italia è un nostro alleato, quindi cercate di non fare i coglioni". Se questo non accade e si cerca di far passare il principio che "nothing personal, just business" come Al Capone quando si recava dalle sue vittime per smitragliarle, si ignora che il primo dovere tra alleati è la lealtà e che in passato scoppiavano guerre per molto meno delle intemerate di Soros e dei suoi accoliti. Solo che accusare qualcuno di ben preciso cosa comporta? Una conseguenza definitiva, reagire. Perché quando Lollobrigida sostiene che in atto vi è una sostituzione etnica, lo si potrebbe contestare con un'argomentazione molto semplice: "Cretino, guarda che la sostituzione etnica è colpa dei tuoi amichetti di Washington a cui stai regalando soldi e armi del tuo paese per devastare l'Ucraina dopo che hanno devastato il Nord Africa riempendoci di immigrati". Ma questo cosa comporterebbe? Dare una colpa chiarissima del problema, a nemici visibilissimi, chiarissimi, evidentissimi. E dal momento che reagire contro gli Stati Uniti è impossibile se si è uno stato molto più debole e indebitato e dunque questo comporterebbe la fatica di organizzare una resistenza sovranazionale, rischiando tutto quel che si ha, a partire dalla propria vita, ecco allora che il dissenso ha bisogno di inventarsi elite, complotti massonici, trame oscure, segrete, occulte, Grandi Vecchi, che ottengono come unico risultato di screditare la controinformazione, di disorientare i dissenzienti - che giustamente si accapigliano su chi siano i veri colpevoli (e state certi che qualcuno contesterà questo articolo) - quando la verità palese e a portata di mano è che gli Stati Uniti sono diventati, e non da oggi, i nemici dell'Europa. Un'Europa che - e non c'è differenza tra Dem e Repubblicani, i trumpiani all'amatriciana non si facessero illusioni - loro odiano e che vogliono dissanguare, che è stata da loro artificialmente arricchita nel 1945 soltanto perché avevano paura che l'URSS li attraesse dalla loro parte. E quando si capisce questa verità, palese, chiarissima, solare, si è capito tutto. Il problema è che poi tocca reagire.

Ma se c'è una cosa purtroppo evidente, al pari del disegno di cancellare millenni di storia europea, è anche la narcosi dei popoli europei stessi che, di fronte al pericolo incombente, preferiscono pensare che non possa essere vero che i creatori di Hollywood, di Disney, i signori che hanno acculturato per ottant'anni il nostro paese e molti altri, possano volerci così male.
Sono tutte cose che capisco: per molti, scoprire la natura nefasta degli Stati Uniti equivarrebbe a scoprire di essere stati traditi dai genitori e scoprire che in realtà loro vogliono solo ingrassarci come i maiali per poi scannarci. Questo è un dramma che ha vissuto un famoso divulgatore che ho anche conosciuto sia pure solo telefonicamente, John Kleeves, pseudonimo di un italianissimo Stefano Anelli, che sugli Stati Uniti scrisse cose di sconcertante attualità, in un'era in cui per giunta gli americani non avevano ancora dato il peggio di se stessi e che ad un certo punto impazzì e ammazzò la nipote per poi suicidarsi. Rimanere lucidi sapendo come stanno davvero le cose richiede una spina dorsale come il granito.
Se invece dovessi descrivere l'italiano (ma anche l'europeo) di oggi, è un signore che invece di organizzarsi per opporsi ad una spedizione di ladri che arriverà in casa sua, preferisce addormentarsi sperando che questi, invece di torturarlo per sapere dove stanno altri gioielli, lo accoppino con una pistolettata in testa, nel sonno.
Poi c'è chi decide di reagire. Fa controinformazione sana, cerca di spendersi nel divulgare le cose, nel reagire. E' la differenza tra gli uomini d'onore e i codardi.
Ad ognuno la sua stoffa.

Comments

Che gli USA si impiccino anche troppo degli affari nostri sono d'accordo, sulla sostituzione etnica ....ma cosa poi significa? Abito in Veneto perché mio marito aveva casa lì. Sono più trentina che veneta e vissuta all'estero per un pò, oltre ad aver viaggiato per anni in tanti paesi. Ho sempre detestato il Veneto "saudita" come qualcuno lo ha definito e soffro nel dover frequentare veneti. Preferisco gli "stranieri" gente dell'Est Europa con cui mi trovo meglio e vivono qui, anche con gli Indiani mi trovo meglio. Negri ne conosco due, tecnici presso la base americana, e mi sono più simpatici dei veneti. La storia delle "radici, tradizioni, usi, costumi" mi irrita. Noi non siamo invasi dai negri, siamo invasi da pocodibuono ai quali viene permesso tutto, il colore della pelle non c'entra. Ho lavorato anche in paesi islamici, Iran per esempio, e sai una cosa? Mi sono trovata bene sia come lavoro che come donna, meglio che in Veneto dove ancor oggi senti gente che dice "Le done dovarìa star a casa a cusìnare e a far fiòi ".
 
Promemoria disincantato. Anche questi pacifisti che raccolgono firme per far cessare la guerra, che tristezza! Non hanno imparato niente dai loro idoli partigiani?
 
Condivido il tuo articolo al 100%. Non sono mai stato atlantista e gli USA li ho sempre visti come alleati falsi. In realtà sono i nostri padroni e sappiamo tutti che fine fece Craxi per essersi opposto agli USA con il noto episodio di Sigonella.
Chi non capisce che il vero nemico dell'Italia sono gli USA è come se stesse alla guida di un'auto in piena notte con gli occhi bendati. Bene che va brancola nel buio e comunque prima o poi va a sbattere di brutto
 

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Franco Marino
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