In questo periodo storico è di moda prendersela col "liberismo". Una parola spesso usata a mò di slogan e in maniera semplicistica. In realtà noi non viviamo, nell'Unione europea e in Italia in particolare, in un regime "liberista" alla Ronald Reagan o Margaret Thatcher, ma in qualcosa che va sempre di più a somigliare al socialismo reale.
E lo spiego con la querelle riguardo gli insetti a tavola.
In un normale regime "capitalista" la questione nemmeno si porrebbe. Qualcuno vuole commercializzare gli insetti a tavola? Buona fortuna, sei libero di farlo ma non contare su di me. Mettiamo che il business dei grilli fritti funzioni. Non mi cambia nulla: se a me non va, non va. E l'imprenditore può provare a convincermi, ma non può obbligarmi.
Io, come tanti, non vado al McDonald's. Il McDonald's tutto sommato prospera, ma il signor McDonald non viene in casa mia a puntarmi una pistola per farmi mangiare i suoi panini.
Perché la questione dei grilli fritti ha messo tanti in allarme? Perché a sponsorizzarli è un'entità statale come l'Unione europea che sarà pure sovranazionale ma ha le stesse logiche di uno Stato nazionale. E lo Stato quando pubblicizza obbliga.
Senza andare alla DDR che obbligava ad avere un solo tipo di auto, la Trabant, pensiamo al canone Rai, che tutti siamo obbligati a pagare, pure se la Rai non la guardiamo.
Ma questo vale anche per il politicamente corretto, imposto da lobbies oramai infiltrate nello Stato americano. I film politicamente corretti sono tutti flop tanto che in America si dice "go woke, get broke". Un imprenditore normale, visto l'andazzo, butterebbe tutto il materiale woke nel cestino. Se continua è perché è sottoposto a pressioni. Zuckerberg continua a censurare e a perdere iscritti. Secondo voi se non avesse pressioni "statali" continuerebbe questa politica suicida?
Lo Stato sano dovrebbe avere controllo su poche cose essenziali come garantire un minimo a chi vive in povertà e, al massimo, provare a fornire gli strumenti a chi non riesce a trovare un lavoro per trovarlo o magari crearselo da zero.
Ma su cose come svago, cultura, cucina, da quelle cose che coinvolgono la libertà di gusto e di pensiero del singolo lo Stato deve stare fuori.
Altrimenti obbliga

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Andrea Sartori
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